tag:blogger.com,1999:blog-1554954104768167982024-03-13T23:57:59.732-07:00Il blog di FadedboyScrivo e creo, sta a voi decidere se produco qualcosa di buono.
In questo blog, oltre alla prima zombie story ambientata in Italia (IL RE DEL NULLA) recensisco romanzi principalmente horror, e vi regalo qualche mia piccolo racconto d'orrore o fantascienza.
Buona lettura!Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.comBlogger22125tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-31255874938419114012015-06-07T23:22:00.000-07:002015-06-07T23:22:40.064-07:002020 - L'ultimo giorno della terra (Ep. 0)Così arrivò l'ultimo giorno della terra.<br />
L'ultimo giorno per tutti i suoi miliardi di abitanti, e l'oscurità iniziò ad inghiottirli lentamente, facendo scivolare lo splendido pianeta blu nell'oblio, e nella notte eterna.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-7C0BqSP2zaw/U_WfYtK2ZUI/AAAAAAAAAbI/T8mr3hS0vtE/s1600/1239641_801834359840442_2289244962047590453_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="137" src="http://2.bp.blogspot.com/-7C0BqSP2zaw/U_WfYtK2ZUI/AAAAAAAAAbI/T8mr3hS0vtE/s1600/1239641_801834359840442_2289244962047590453_n.jpg" width="400" /></a></div>
Gli ultimi istanti del mondo, si spensero così, nel silenzio più totale, spezzato a tratti da grida isteriche a urla spaventose, tra abbracci infiniti e lacrime calde su visi gelidi e pallidi.<br />
Era arrivata la fine, il countdown era finito, il gong era suonato.<br />
L'enorme buco nero si allargò a dismisura, aprendosi come una voragine oscura e fatta di nera tenebra, fagocitando prima la luna, che sparì come una pillola bianca nella bocca di un gigante.<br />
Anche Daniele guardò su, verso il cielo che lentamente virava dall'azzurro al grigio, per spegnersi lentamente, secondo dopo secondo.<br />
Poi chiuse gli occhi augurandosi di non sentire dolore, di non provare atroci pene prima di tirare l'ultimo respiro.<br />
E poi fu buio, e grida, e sirene impazzite, e lampi e tuoni, e alberi piegati da un vento fortissimo, e cuori che si fermavano, e menti che impazzivano.<br />
Ma in quei terribili secondi che sembravano ore, Daniele rivide nella propria mente tutto ciò che era accaduto in quegli ultimi tempi...<br />
<br />
[continua... ]<br />
<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-35239333825701309012015-05-14T02:13:00.000-07:002015-05-14T02:13:13.422-07:002020 - L'inizio della fine (Ep. 1)Era il 14 settembre 2019 quando la fine si palesò, feroce e inaspettata come una tigre che compie il suo sanguinoso agguato nascosto nell'erba alta.<br />
Daniele dopo il suo lungo turno di lavoro come operatore della centrale operativa del servizio di assistenza pubblica, tornò a casa distrutto.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7C0BqSP2zaw/U_WfYtK2ZUI/AAAAAAAAAbE/ciE1ngU7LfI/s1600/1239641_801834359840442_2289244962047590453_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="137" src="http://4.bp.blogspot.com/-7C0BqSP2zaw/U_WfYtK2ZUI/AAAAAAAAAbE/ciE1ngU7LfI/s1600/1239641_801834359840442_2289244962047590453_n.jpg" width="400" /></a></div>
Si tolse le scarpe e le gettò in angolo svogliatamente e si gettò sul divano del piccolo soggiorno, strofinandosi le tempie martoriate da un brutto mal di testa.<br />
Accese la televisione, facendo zapping distrattamente, pensando a quello che poteva prendere per lenire il dolore costante alla testa, senza accorgersi del fatto che su tutti i canali stava andando in onda un edizione straordinaria del telegiornale.<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
Chiuse gli occhi, affondando la testa fra i cuscini e solo allora si accorse del parlare frenetico che veniva dal televisore.<br />
Daniele aprì gli occhi e quello che vide in televisione non lo preoccupò minimamente: veniva inquadrato un osservatorio astronomico di una località imprecisata.<br />
Niente di preoccupante. Nessun atto terroristico, nessun concerto di sirene di ambulanze e polizia, nessuna drammatica immagine di persone sanguinanti ai lati di una strada distrutta da una detonazione.<br />
Cos'era allora tutto questo allarmismo?<br />
Nonostante il pulsare incessante alla testa, Daniele si drizzò a sedere e accigliandosi decise di concentrarsi.<br />
Alzò il volume che era bassissimo e la prima parola che percepì distintamente in quello sproloquio eccitato fu: INGHIOTTITI.<br />
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a2/Black_hole.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a2/Black_hole.jpg" height="320" width="319" /></a>Di cosa cavolo stavano parlando?<br />
Immagini, immagini di un vortice nel cosmo, un vortice immenso ruotava lentamente ma con una forza che pareva universale.<br />
Daniele deglutì. Alzò ancora di più il volume del televisore e sentì le mani diventare delle spugne bagnate di sudore.<br />
Alla fine senza tanti giri di parole, uno scienziato dal volto pallido e lo sguardo perso, disse la parola fine a quelle congetture: BUCO NERO. Un campo gravitazionale di una forza immensa, spaventosa e totalmente ignota.<br />
Tempo pochi mesi e la terra sarebbe scomparsa per sempre, risucchiata via da quell'immane vortice nato senza spiegazione in un attimo.<br />
L'orrore si propagò velocemente attraverso i telegiornali in milioni di edizioni straordinarie in tutto il mondo, e ancora di più attraverso il web.<br />
Tempo 12 ore e tutto il globo tremava di paura e orrore.Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-44927417479166270152014-08-19T01:59:00.000-07:002014-08-19T01:59:54.808-07:00Il Respiro più lungo - pt. 2<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Alle 8 in punto Jakob si presentò alla villa
di Delaney. La pioggia continuava incessante, ed ogni cosa era avvolta da una
vistosa cappa di umidità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>In lontananza, oltre la baia, dei lampi
accecanti illuminavano a giorno le acque scure del mare, agitato dal vento e
dalle correnti furiose.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Venne ad aprirgli l'inquietante assistente
di Delaney, che si ostinava a chiamare Maestro, senza specificare la ragione di
questo appellativo ridondante.</i></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><a href="http://www.padovando.com/foto/2013/08/calicistelle-e1376121743215.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.padovando.com/foto/2013/08/calicistelle-e1376121743215.jpg" height="212" width="320" /></a></i></span></span></div>
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Invitato ad entrare nella sala, si trovò in
compagnia di altre cinque persone, a lui totalmente sconosciute, che ebbero la
scortesia di non presentarsi nemmeno.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Seduti ad un tavolo riccamente imbandito,
attesero pazientemente ed in silenzio, l'arrivo del padrone di casa.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney non si fece aspettare. Fece il suo
ingresso nella sala, vestito con una tunica nera, bordata d'oro. <o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tutti gli astanti si alzarono dalla sedia e
si affrettarono ad inchinarsi al suo cospetto, baciandogli la mano
ingioiellata.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tornando a sedersi al proprio posto,
lanciarono occhiate ostili verso Jakob.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>La cena si svolse normalmente, tra
convenevoli e scambi di cordialità tra tutti gli astanti, che si rivelarono
essere personalità di spicco di Castlewich e dintorni, proprietari terrieri,
latifondisti, figli di magnati dell'industria ittica.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney conversò amabilmente anche con
Jakob, annunciando orgoglioso che di li a poco gli avrebbe mostrato qualcosa di
inenarrabile.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Finita la cena, Delaney si alzò da tavola.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Gentili signori, vi ringrazio per l'attesa
paziente che avete mostrato. So bene che fremete dall'impazienza. Quindi non
tardiamo ulteriormente, io stesso sono eccitato e non riesco a trattenere la
mia gioia. Vi prego di seguirmi.»<o:p></o:p></i></span></span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i></i></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Detto questo, si avviò fuori dalla stanza,
seguito da tutti i commensali in religioso silenzio.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Superato un lungo corridoio, Delaney aprì
una porta blindata e si fece strada lungo una ripida scalinata di pietra che,
gradino dopo gradino, scendeva sempre più nelle viscere della terra.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Le pareti, umide e ricoperte di muffe, mano
a mano che scendevano, iniziarono a grondare salmastro dalle fessure delle
grosse pietre grezze.<o:p></o:p></i></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/_Dvb992O311g/TMU0LWuJ3dI/AAAAAAAAAV0/1pL_eYRWNgw/s1600/IMG_0176.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/_Dvb992O311g/TMU0LWuJ3dI/AAAAAAAAAV0/1pL_eYRWNgw/s1600/IMG_0176.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Al termine della discesa infinita, e
superato un ultimo stretto corridoio che puzzava di alghe secche e decomposte,
entrarono in una grande e buia sala circolare, con il soffitto a volta.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Al centro della stanza spiccava un grosso
pozzo, nero come l'occhio vitreo e feroce di uno squalo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney accese alcune fiaccole tutt'intorno,
mentre gli altri si posizionavano in cerchio ai bordi del pozzo, poi si
avvicinò ad un telo che copriva quello che risultò essere un carretto di legno
cigolante.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Lentamente venne portato al bordo della
cavità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney si voltò verso Jakob, che era
rimasto titubante in disparte, incapace di decifrare esattamente cosa stesse
accadendo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Signor Bloomfield, venga avanti, non abbia
timore. Devo mostrarle una cosa.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob si avvicinò, tenendo d'occhio il
carretto coperto dal telone bianco, che sembrava muoversi da solo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«La morte di mio cognato è stata una
casualità. Il suo cuore non ha retto, ed ha esalato il suo ultimo respiro dopo
che ha visto ciò che le vado a mostrare. Non doveva accadere… ma al destino e
alla curiosità non si può mettere freno.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Che cos’è tutto questo rituale? Siete
membri di una setta, o cosa?»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Abbia pazienza signor Bloomfield, una cosa
per volta.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.autosvezzamento.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/09/pozzo-ottimizzato.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.autosvezzamento.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/09/pozzo-ottimizzato.jpg" height="300" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Detto questo, fece scivolare per terra il drappo,
rivelando una gabbia di ferro rugginoso su un carrello, al cui interno
conteneva una figura aberrante.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob sentì il cuore saltare un colpo, e si
ritrovò a risucchiare aria come se fosse appena riemerso da un immersione in
apnea.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Davanti a lui, l'abominio si muoveva
pigramente, e allo stesso tempo, lentamente, nella mente di Jakob prendeva
coscienza di ciò che i suoi occhi stavano osservando con così tanto terrore.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Nella gabbia, l'essere si mosse, voltandosi
verso Jakob, mostrando il suo volto.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>La sue pelle pallida, grinzosa, presentava
diverse piaghe lungo tutto il corpo flaccido e viscido.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Aveva la forma di una foca, o qualcosa di
molto simile, ma il suo volto era chiaramente umano e le pinne dorsali
posteriori erano composte dall'unione dei piedi in un ammasso osceno di carne e
dita allungate, unite da una membrana cartilaginea.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Il suo viso era sfigurato in un orrenda smorfia
di dolore, e con occhi socchiusi, acquosi, lanciava dei lamenti strazianti.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Che cos'è questa... questa mostruosità?»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Signor Bloomfield, questa non è una
mostruosità. Ma il frutto di anni e anni di studio biologico e medico. Quello
che ha davanti è il primo Homo Phocidae. Colui che darà il via ad una stirpe di
uomini anfibi che colonizzeranno il mondo assieme agli esseri delle profondità.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Esseri della profondità? Stirpe di uomini
anfibi? Ma lei sta vaneggiando!» gridò Jakob, indicando l’essere orripilante. <o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney scosse la testa.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Se l'abbiamo portata qua, signor
Bloomfield, è perché abbiamo intenzione di mostrarle qualcosa di inenarrabile e
meraviglioso. L'inizio di un nuovo mondo. Non certo per sentire le sue sterili
rimostranze.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Ma di cosa sta parlando?»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Stiamo per evocare il dio degli abissi, il
signore delle profondità. Non era quello che voleva? Gli portiamo in dono la
mia creatura, il primo milite delle sue armate, con il quale potrà conquistare
la terra invasa da i beceri e insulsi esseri umani.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Voi siete pazzi!» gridò Jakob.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney rise sinistramente.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Pazzi? La veda come le pare. Mi aspettavo
più intelligenza da parte sua. Vorrà dire che chiederà pietà al dio degli
abissi. Se sarà convincente forse la risparmierà.»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Non rimarrò certo qui a osservare i vostri
rituali pagani e turpi.» rispose Jakob «la
mia intenzione è di denunciarvi immediatamente. Quello che avete fatto è
contrario a qualsiasi principio umano!»<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob si voltò, deciso ad uscire prima
possibile da quell'antro oscuro e malefico, riuscendo finalmente a distogliere
lo sguardo dall'abominevole creatura, ma si ritrovò davanti l'assistente di
Delaney.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tutto accadde velocemente, ma riuscì a
cogliere con la coda dell'occhio una siringa piena di un liquido giallognolo
diretta verso il suo collo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Prima di perdere conoscenza, vide una cosa
che gli tolse nuovamente il respiro.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>L'uomo aveva le mani palmate.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Quando Jakob si ridestò, si ritrovò
completamente avvolto dall'oscurità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Le torce erano spente, il silenzio era rotto
da un gocciolio costante che risuonava nell'antro con un eco innaturale e
osceno.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Era seduto su una sedia, con la mani e le
gambe legate con delle corde.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Niente si muoveva o si faceva sentire
attorno a lui, così, notando che i nodi ai polsi si erano allentati, iniziò una
lunga ed estenuante lotta con la corda, nel tentativo di liberarsi.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ci riuscì dopo interminabili sforzi e dopo
aver riavviato la circolazione alla mani martoriate da fitte terribili, iniziò
a sciogliere i nodi alle caviglie,
tenendosi sempre all'erta, nella paura di veder riapparire qualcuno.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Così non avvenne.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Una volta libero e riacquistata la capacità
di muoversi in maniera soddisfacente, la paura lasciò lentamente spazio alla
curiosità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Trovata una torcia, la accese e si guardò
attorno.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Le pareti, il pavimento e perfino il
soffitto, era cosparso di macchie e spruzzi di sangue.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob trattenne a stento un conato di
vomito, quando vide sul bordo del pozzo, un piede mozzato e sanguinolente,
ancora infilato nella scarpa di pelle nera.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ovunque c'erano gli inequivocabili segni di
una furibonda lotta, di cui probabilmente, Delaney e i suoi compari non ne
erano usciti vincitori.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Della mostruosa creatura generata dai folli
e psicotici esperimenti di Delaney non c'era traccia.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Dai recessi del pozzo salì improvvisamente
un fetore orrendo, un misto di odore di carne decomposta, pesce avariato e
sangue, seguito da un tremore convulso del pavimento.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob si avvicinò, combattendo strenuamente
la voglia di fuggire a gambe levate.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Passo dopo passo, con la torcia tenuta ben
in alto sopra la testa, tentando di rischiarare più possibile quell'antro
spaventoso, arrivò sul bordo della cavità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Con un ultimo sforzo di volontà, si sporse
oltre l’orlo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Il buio era totale, nero come la pece, e
insondabile. Jakob si chinò, e allungò la torcia nel tentativo di vedere
qualcosa.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Rimase così a lungo, quasi sdraiato, con la
torcia che tentava di illuminare l'insondabile oscurità, quando d'un tratto il
fetore acquitrinoso ritornò con una potente zaffata.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob gridò, lasciando cadere la torcia.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Poi la paura ebbe il sopravvento e fuggì via
disperatamente, correndo nel buio del lungo corridoio umido e su per le scale,
inciampando ripetutamente, ma sempre senza voltarsi indietro, finché non uscì
dalla villa, ormai deserta.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Di Delaney, del suo assistente e degli altri
adepti della setta non si seppe più niente e la denuncia esposta da Jakob
Bloomfield alla polizia locale, non portò altro che dubbi e misteri.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob perse il posto al “Marchio del
Mistero”, incapace di riprendersi e scrivere un articolo su ciò che aveva
vissuto.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Gli ci vollero molte settimane prima di
poter ripensare, a mente fredda, agli ultimi istanti in cui si era trovato in
quella grotta spaventosa.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ed ogni volta, rivedeva chiaro nella sua
mente, come una fotografia indelebile, l’orrida creatura viscida, squamosa e
tentacolata, con il suo volto umanoide e gli occhi rossi, che lo osservava dal
fondo del pozzo assieme all’aberrante esperimento di Delaney.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ogni volta la paura lo affogava in un
vortice oscuro e solo con un respiro più lungo, riemergeva dal proprio terrore
con l’amara consapevolezza che la sua vita era ormai distrutta per sempre,
inquinata dall’ignoto orrore che aveva visto.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i><br /></i></div>
<i><br /></i>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-47104167528187766992014-07-22T02:46:00.002-07:002014-08-21T00:38:54.019-07:00Il Respiro più lungo - pt.1<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><b>Un mio umile omaggio a H.P. Lovecraft e i suoi racconti d'orrore.</b></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">La pioggia tormentava la quieta e apatica
cittadina di Castlewich ormai da due settimane.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://lh4.googleusercontent.com/proxy/aqX4qzMUEs-nFEV0dMBZ8lX6Jba7G6OWaydqddA60vB1ebIj1TKhj8GTMQYkEpgjfqedzThPIZdpVkSv62xzV8A5Fko_mJ9kcxxiASQdkKFHk7SMqgc" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://i21.photobucket.com/albums/b300/spacemonkey_fg/Dunwich1.jpg" height="223" width="400" /></a></div>
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Negli ultimi tre giorni i caldi raggi del
sole non erano riusciti a squarciare il manto di nubi che incontrastate
regnavano nei cieli sopra la città, neanche per un momento, e non si
prospettava niente di buono anche per la quarta giornata consecutiva.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Le strade erano impregnate d'acqua, e
l'asfalto si disfaceva sotto il logorante e incessante martellamento della
pioggia, che sferzava gli edifici, gli alberi, le auto e le persone.</span></i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i21.photobucket.com/albums/b300/spacemonkey_fg/Dunwich1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"></span></i></a></div>
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Jakob era in città da pochi giorni,
alloggiato al piccolo albergo "Excelsior" che di eccellente non aveva
niente.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Non si lamentava però. Era abituato a
dormire in posti ben più scomodi e fatiscenti, e molto spesso gli era capitato
di passare intere settimane a dormire in auto.<o:p></o:p></span></i><br />
<i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"></span><br /></i>
<br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Questa volta gli era andata bene: la nuova
rivista per cui lavorava, "Il Marchio del Mistero", gli aveva
concesso un piccolo rimborso spese e Jakob aveva deciso di approfittarne.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Aveva già scambiato quattro chiacchiere con
il receptionist, un uomo di mezza età, zoppo, che aveva difficoltà a portare
anche il più piccolo dei bagagli.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tra un convenevole e l’altro gli aveva
rivelato il vero scopo della sua visita in città.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Lavoro per una rivista che si occupa di
paranormale, misteri, e tutto ciò che ha a che fare con l'inspiegabile» aveva
spiegato al receptionist, con un certa pomposità.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>L'uomo, Robert o più banalmente
"Bob", per gli amici, lo aveva guardato senza mostrare alcun segno di
interesse, ma si era comunque dimostrato sufficientemente gentile, chiedendogli
per quale ragione fosse giunto nell'anonima cittadina di Castlewich.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Pare che su questa città gravino antichi
misteri e oscure leggende. Una di queste, tramandata dalle antiche popolazioni
che in passato vivevano qui, racconta che in questo luogo il Signore degli
Abissi marini avesse tentato di conquistare la terraferma. »<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Chi sarebbe?» aveva borbottato il
concierge, continuando a lucidare un candelabro di ottone.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Il Signore dei mari, o “colui che Regna
negli abissi” è una figura mistica, leggendaria. Un essere metà uomo, metà
pesce... il marito della sirenetta, per intenderci» rispose Jakob, tentando di
buttarla sul ridere.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Robert non accennò nemmeno ad una smorfia di
compiacimento. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Quindi è venuto per scriverci un
articolo... »<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Sì. Tenterò di scoprire qualcosa di più a
riguardo. Lei ne sa niente?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«E' la prima volta che ne sento parlare. E
comunque a me non piacciono i misteri.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>La conversazione finì lì, ma quella breve
chiacchierata con Bob rimaneva al momento, l'unico vero contatto con gli
abitanti di Castlewich.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tutti si erano dimostrati scortesi,
sgarbati, addirittura violenti, ogni qualvolta manifestava l'intenzione di
scoprire qualcosa sul misterioso passato di quella piccola città in riva al
mare.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Perfino nella piccola biblioteca, sporca e
mal tenuta, aveva trovato un muro di gomma a respingerlo nelle sue ricerche.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Questa è una biblioteca seria, signor
Bloomfield. Non una ludoteca dove è possibile passare del tempo leggendo fiabe
o favole.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Certo che no! La mia è una ricerca seria.
Sono un dottore in antropologia, sa? Non vado in giro a perdere tempo.» si
risentì Jakob.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>In realtà aveva bellamente dimenticato di
sottolineare che per ottenere la laurea doveva ancora sostenere tre esami, ma
il tono sdegnato dell'acida bibliotecaria dai capelli unti legati con una
crocchia sulla nuca, e un grosso neo sopra il labbro, lo aveva irritato in
maniera profonda.</i></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="http://www.unionesarda.it/foto/previewfoto/2013/12/25/la_bufera_del_25_devasta_europa_e_usa_trasporti_in_tilt_almeno_sedici_i_morti-0-0-385907.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><i><img border="0" src="http://www.unionesarda.it/foto/previewfoto/2013/12/25/la_bufera_del_25_devasta_europa_e_usa_trasporti_in_tilt_almeno_sedici_i_morti-0-0-385907.jpg" height="246" width="400" /></i></a></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Ricerchi pure cosa le pare, ma non qui. Non
abbiamo né tempo, né voglia per stupidaggini.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob aveva così battuto in ritirata, offeso
e stizzito, per evitare alcune velenose battute che aveva già pronte sulla
punta della lingua.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>La cosa peggiore era che, se non avesse
portato a termine il suo compito, il suo contratto per la rivista sarebbe
probabilmente diventato carta straccia.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>"Il Marchio del Mistero" era solo
l'ultima di una serie di riviste per cui aveva lavorato, e in tutte con scarsi
risultati.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Sapeva argomentare bene, era arguto e da
sempre realmente affascinato dal mistero e dalle leggende, ma da quando aveva
iniziato la sua carriera da pseudo giornalista
della para-fantascienza, non aveva cavato un ragno dal buco.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Non che scrivesse male, ma semplicemente non
aveva mai trovato niente di veramente interessante per poter pensare di ambire
ad una carriera redditizia.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Probabilmente quella era la sua ultima
occasione, lo sapeva bene.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Suo padre lo aspettava nell'azienda di
famiglia e presto o tardi sarebbe tornato alla carica, dopo averlo "fatto
sfogare con le sue manie”, come ripeteva di continuo quando andava a trovare i
suoi genitori.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Castlewich era umida, costruita in riva al
mare e sapientemente abbandonata al suo destino, dopo il grosso calo delle
vendite della specialità del posto, un misto di baccalà e salamoia che non
interessava più a nessuno.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Niente di particolare, cose del genere
accadevano ovunque e di continuo, e in certe città in declino, la grettezza, la
maleducazione e l'estrema riservatezza scontrosa sembravano un tratto
distintivo comune.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob però, appassionato di miti e leggende,
aveva scovato un strana storia che affondava le sue radici in un passato remoto
e nebuloso di cui si avevano poche notizie e per giunta frammentarie o poco
attendibili.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Secondo le leggende tramandate dalle
popolazioni che, fin dall'alba dei tempi, avevano abitato quella zona umida e
poco salubre, ma da sempre ricca di pesce e altre prelibatezze ittiche, il
posto su cui era sorta Castlewich, era il luogo di immondi sacrifici umani in
onore di un Dio venuto dal mare, un essere abitatore delle profondità del mare,
signore supremo dei popoli degli abissi marini.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Un Signore oscuro, un essere che poteva
anche essere rappresentato come un Re Tritone, ma che, a leggere bene le poche
leggende tramandate per iscritto, e che Jakob era riuscito a recuperare, in
realtà era un mostro marino umanoide, assetato di sangue e potere, che sognava
di rendere suoi sudditi anche gli esseri umani.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Il giorno dopo Castlewich si risvegliò con
una notizia macabra: Henry Mc Arthur, stimato banchiere in pensione, ex
sindaco, era morto in circostanze misteriose.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Dalla casa del suo cognato, in cui si era
introdotto per recuperare le chiavi del nuovo appartamento della sorella, Henry non era mai uscito vivo.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Lo aveva ritrovato Fabrice, il cognato
tassidermista e biologo. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Un infarto, un colpo apoplettico, la causa
più probabile. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>A Jakob la notizia non avrebbe destato
troppo interesse, se non fosse che Fabrice Delaney lo aveva incontrato pochi
giorni prima.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Era stata una delle poche persone a
permettergli di porgli qualche domanda sulla sua storia misteriosa.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Delaney era discendente di un famiglia di
aristocratici di origine francese che finanziò la costruzione della città.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Qualcosa di oscuro e incerto, forse solo
frutto di malelingue invidiose delle ricchezze della famiglia, era uscito fuori
su uno degli antenati di Fabrice, il trisavolo Herbert Philippe, uomo burbero e
schivo, ma dotato di gran senso degli affari, considerato che da solo aveva
accumulato gran parte della fortuna della famiglia.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Alcuni sostenevano fosse un adepto di una
setta occultista che venerava strani demoni. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Niente di certo era venuto a galla.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Fabrice lo aveva accolto nella sua villetta
ai margini della città con grande cordialità e ospitalità, mostrandogli
orgoglioso la sua collezione di animali mummificati.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Una di queste, il suo pezzo pregiato, come
amava definirlo, era un essere deforme, imbalsamato, molto simile ad un uomo
metà pesce.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>In giro per il mondo si trovavano tante
false mummie, frutto di abili camuffamenti, notoriamente fraudolente, che per
anni era state reclamizzate come prove inconfutabili dell'esistenza delle
Sirene.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob ne aveva viste molte, ma quella che
spiccava nella vetrina dello studio di Fabrice Delaney aveva un che di diverso
e inquietante.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Per un attimo arrivò persino a pensare che
fosse autentica.</i></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="http://www.leggendemetropolitane.net/image.axd?picture=2009%2F9%2Ffiji2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><i><img border="0" src="http://www.leggendemetropolitane.net/image.axd?picture=2009%2F9%2Ffiji2.jpg" height="163" width="400" /></i></a></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>La sue pelle, squamosa, non sembrava la
solita contraffazione che si vedeva tipicamente nelle imitazioni più ardite e
raffazzonate visibili in gallerie o bazar di infimo ordine, che esponevano
paccottiglia dell’orrore e misteriosa creata ad arte.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Fabrice per un attimo sembrò soddisfatto
dall'incredulità e il dubbio che era apparso sul volto di Jakob, ma si limitò
soltanto ad un mellifluo sorriso che lasciava spazio a varie interpretazioni.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«La mia famiglia è stata sempre oggetto di
strane attenzioni. Ma non ho niente da nascondere, per questo le ho permesso di
incontrarmi, sebbene sia molto impegnato» rispose Fabrice, quando Jakob iniziò
porgli alcune domande.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Conosce qualcosa di più, riguardo
all'antico passato di Castlewich?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Non molto. I miei antenati erano da sempre
esperti nel campo ittico. Vedendo che la zona era propizia, iniziarono a porre
i primi mattoni per la fondazione della città... dapprima avviando una
succursale dell'azienda di famiglia. La cosa funzionò, e così…»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«E la storia del Signore degli Abissi? Il
Dio Tritone?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Ah, quella... ogni luogo del mondo ha le
sue leggende.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Eppure nella sua collezione fa bella mostra
uno strano essere metà uomo, metà pesce. E' solo un caso?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Solo un caso.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Dove l'ha trovata, signor Delaney?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Non l'ho trovata, signor Bloomfield. E' una
mia creazione.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Quindi, un falso?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Non ho detto questo.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Jakob lo guardò con sospetto.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Se non fosse un falso sarebbe da esporre in
un museo. Si rende conto della enormità di una scoperta del genere? Posso
vederlo meglio?»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Mi spiace signor Bloomfield. Non posso
mostrarglielo nuovamente, mi perdoni. Non voglio sembrare sgarbato ma devo
invitarla ad andarsene. Ho un impegno urgente.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Ma... come? Se ritiene che l'abbia offesa
in qualche modo io... io chiedo umilmente scusa.» <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«No, non si preoccupi» si affrettò a
rispondere Delaney «vedo però che lei è
comunque fortemente interessato a questa storia. Bene, la inviterò nuovamente
prima che parta. Ho una sorpresa che credo potrà piacerle.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Detto questo, Delaney lo aveva accompagnato
alla porta senza degnarlo di una risposta ad i suoi tentativi di carpire
qualche informazione in più.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Dopo la morte dell'ex sindaco, Jakob pensava
che il nuovo invito da parte del misterioso Delaney fosse saltato.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ma proprio mentre si apprestava mestamente a
fare le valigie in vista di un deludente ritorno a casa, e pregustando
amaramente la probabile fine della sua collaborazione al "Marchio del
Mistero", il concierge lo chiamò al telefono, invitandolo a scendere.
Qualcuno lo stava aspettando.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Nell'atrio dell'hotel un uomo allampanato,
con un colorito cinereo nel volto, si presentò come l'assistente del maestro
Fabrice Delaney.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Il Maestro gradirebbe ospitarla stasera a
cena a casa sua.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Accetto volentieri. Pensavo che, a causa
del... beh, ecco… del lutto, il signor Delaney avesse altro a cui pensare.»
obiettò Jakob.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Il Maestro è addolorato per la recente
scomparsa del suo cognato, ma la notte che sta per giungere è stata fin troppo
attesa da tutti noi.»<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>«Tutti noi?» domandò Jakob.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ma l’ignoto assistente di Delaney lasciò
cadere la domanda nel vuoto.<o:p></o:p></i></span></div>
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><i>«La prego di essere puntuale. Ceniamo alle
8.»</i></span><br />
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><i>continua... <a href="http://fadedboy.blogspot.it/2014/08/il-respiro-piu-lungo-pt-2.html" target="_blank">CLICCA QUI</a></i></span>
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Anche quando scrive in coppia con qualcuno, (in questo caso con Peter Straub) riesce a trasmettere sempre quel "qualcosa" in più.<br />
<br />
<i>Questo doppio romanzo narra le vicende di Jack Sawyer, viaggiatore dei Territori.</i><br />
<a href="http://www.inmondadori.it/img/Il-talismano_Peter-Straub-Stephen-King/ea978886836159/BL/BL/01/NZO/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.inmondadori.it/img/Il-talismano_Peter-Straub-Stephen-King/ea978886836159/BL/BL/01/NZO/" height="320" width="205" /></a><i>Tutto inizia nel romanzo "Il Talismano" ( a mio avviso il migliore dei due!) dove si racconta delle peripezie del giovane 12 enne Jack, alle prese con un grosso e drammatico problema: la grave malattia della madre, ex attrice di buon livello ma mai veramente esplosa definitivamente nel luccicante mondo di Hollywood.</i><br />
<i>La mamma di Jack è malata, anche se finge che vada tutto bene. In cerca di tranquillità, di ricordi, si rifugia insieme al figlio in un hotel in una località balneare nel periodo peggiore dell'anno, ossia quando sta iniziando l'autunno.</i><br />
<i>La piccola cittadina è deserta e Jack, tormentato dall'ansia, passa le sue giornate annoiandosi mortalmente.</i><br />
<i>I problemi non vengono mai soli, purtroppo.</i><br />
<i>La mamma di Jack, da tempo vedova, è tormentata dall'ex socio di suo marito che vuole farle firmare a tutti i costi dei documenti per prendere in mano tutta la società.</i><br />
<i>E' proprio in questo assurdo periodo che Jack vive un esperienza ancora più assurda... inizia a "flippare" dei Territori.</i><br />
<i>Cosa sono? Una dimensione parallela, un mondo più piccolo, e ancora totalmente medievale.</i><br />
<i>Con l'aggiunta della magia e esseri fantastici... come lupi mannari, alberi che si muovono, esseri deformi simili a gargoyle...</i><br />
<i>Le peripezie del povero Jack sono infinite, venate di un grottesco senso dell'ironia, che pagina dopo pagina ti prendono, impedendoti di smettere di leggere.</i><br />
<a href="http://alessandria.bookrepublic.it/api/books/9788873399858/cover" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://alessandria.bookrepublic.it/api/books/9788873399858/cover" height="320" width="205" /></a><i>Ci sono anche momenti tristi, pieni di commozione, che non sto qui a raccontarvi per non togliervi il gusto di leggere questo bello, bellissimo ( a mio parere, ovvio) romanzo.</i><br />
<i><br /></i>
<i>"La Casa nel Buio", narra sempre le vicende di Jack, ma molti anni dopo, quando ormai è adulto, ed è diventato un affermato detective.</i><br />
<i>Eppure qualcosa lo perseguita dal suo passato, e scoprirà ben presto che deve ancora chiudere i conti una volta per tutte con quel magico mondo dei "Territori" abitato purtroppo anche da persone malvagie e desiderose di dominare più mondi paralleli possibile.</i><br />
<i>Questo secondo romanzo sinceramente l'ho trovato un gradino sotto al precedente, ma comunque decisamente sopra la media di molti libri che ho letto ultimamente, e non posso che consigliarveli entrambi, per vivere anche voi un po' della magia dei mitici "Territori" che infondo tutti noi certe volte nella vita, quando sogniamo, siamo andati a visitare.</i>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-9574535260381364252014-05-01T23:36:00.000-07:002014-05-01T23:36:49.987-07:00L'estate della paura (di Dan Simmons) - Recensione<i>Ormai gettato a capofitto nel mondo della letteratura d'orrore, cerco disperatamente, ma per ora senza esiti positivi, qualcuno che possa competere con Stephen "Il Re" King.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-tleDNC4cJ68/T9MWWtmhC8I/AAAAAAAAC8Y/53vV1PyHn9Q/s1600/L%2527estate+della+paura.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><i><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-tleDNC4cJ68/T9MWWtmhC8I/AAAAAAAAC8Y/53vV1PyHn9Q/s1600/L%2527estate+della+paura.bmp" height="320" width="223" /></i></a></div>
<i>Dan Simmons aveva perfino la sua approvazione, come citato dalla copertina dell'edizione de "L'Estate della Paura" edizioni Gargoyle Books. (Buona edizione, con buona carta, libro compatto e con buon odore.... questa è una nota per i feticisti del genere!)</i><br />
<i>Purtroppo, dispiace dirlo, ma il mio giudizio complessivo non è positivo.</i><br />
<i>Chi se ne frega, direte voi...</i><br />
<i>Mi domando perché abbiate deciso di leggere questo post allora! Comunque, bene, accetto il vostro disinteresse.</i><br />
<i>Tralasciando queste quisquilie, parliamo del libro.</i><br />
<i>Pagina dopo pagina, almeno per la prima parte del romanzo, sentivo odore di "Stand by me - Ricordi di un'estate" di King.</i><br />
<i>Un gruppetto di ragazzini in età preadolescenziale, una città di provincia dell'America anni 60, forti amicizie, giornate passate all'aria aperta nel bel mezzo dell'estate....</i><br />
<i>Che invidia!</i><br />
<i>A mio avviso la parte cupa e orrorifica (passatemi il neologismo) della storia, nonostante aleggi sempre sulle teste dei poveri ragazzi, tarda un po' troppo ad arrivare.</i><br />
<i>A quel punto si scatena un'orgia di mostruosità.</i><br />
<i>Zombie, o forse sarebbe meglio dire "morti resuscitati" che vomitano vermi dalla loro bocca oblunga stile "lampreda", esseri fatti di tenebra simili a insetti, misteri oscuri legati all'antica scuola, ormai abbandonata, dove i ragazzi hanno da poco terminato l'anno scolastico.</i><br />
<i>Le morti iniziano a moltiplicarsi, e manco a dirlo, gli unici ad accorgersi che qualcosa in quella bella e tanto attesa estate non funziona, sono i ragazzi.</i><br />
<i>La storia però non ingrana come dovrebbe ( e potrebbe) ed è un peccato, perché ovviamente Dan Simmons scrive bene ( e tanto).</i><br />
<i>C'è un finale, che ovviamente non vi svelerò, in crescendo, ma accade tutto e anche di più nel giro di un centinaio di pagine, rendendo tutto troppo confuso.</i><br />
<i>In conclusione direi che la lettura del libro è consigliata a chi, come me, proprio non può fare a meno di leggere storie d'orrore.</i><br />
<i>Per un neofita del genere, consiglio di farsi un po' le spalle larghe con altri romanzi, prima di cimentarsi con "L'Estate della Paura" che comunque, sia ben chiaro, è un libro che... magari l'avessi scritto io!!</i><br />
<i>Alla prossima!</i><br />
<br />
<br />
<br />
<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-61493160162850698032014-02-01T01:35:00.001-08:002014-02-01T01:35:20.453-08:00Grida nel vento<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<b><i>Febbraio, la Bestia Grigia. Così descriveva questo mese monco, Clive Barker nella "Casa delle Vacanze" .</i></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><i>Sono passati anni e anni da quando lo lessi, ma da allora per me questo mese è sempre rimasto un'enorme Bestia Immonda.</i></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><i>E gli dedico questo racconto breve che scrissi lo scorso anno per partecipare al FI-PI-LI Horror Festival.</i></b></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Spesso
non ci sono parole per spiegare ciò che ci accade nella vita, perché molte
volte ciò che proviamo tocca il nostro lato inconscio, la nostra psiche più
profonda e dei sentimenti ancestrali che probabilmente neanche noi riusciamo a
percepire fino in fondo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Resta
il fatto che ciò che accadde quella mattina, in quella piccola località
balneare in cui mi trovavo, mi sconvolse più di ogni altro fatto che mi sia
capitato nella mia esistenza.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<a href="http://byfiles.storage.live.com/y1pc8duOsuqm_zVH_UTGoByWsseoE_dZH8b3c_c391VRvVXRwNQb_K-yj3pm10Y7sZebrJbU8wGsS0" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://byfiles.storage.live.com/y1pc8duOsuqm_zVH_UTGoByWsseoE_dZH8b3c_c391VRvVXRwNQb_K-yj3pm10Y7sZebrJbU8wGsS0" height="300" width="400" /></a><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Trovandomi
vicino alla costa, a causa di un workshop realizzato appositamente per i membri
dell’azienda in cui lavoravo a quel tempo, durante una mattina in cui avevamo
alcune ore libere, decisi di incamminarmi lungo la spiaggia per distrarmi un
po’.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ero
solo e anche un po’ annoiato, per colpa del mostruoso tedio che causavano a me
ed agli altri miei colleghi quelle noiose ore di riunione che l’azienda ci
propinava tutte le mattine di quella settimana definita beffardamente di
“rafforzamento team”.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Mi
chiedevo chi fosse il genio che aveva deciso di realizzare il seminario durante
l’inverno e per giunta in una località balneare, che come prevedibile, durante in
quel periodo era pressoché deserta.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Così
quella mattina ventosa, me ne andavo in giro sul lungomare con la testa
incassata nelle spalle come una tartaruga.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Più
camminavo e più il vento si alzava, mi turbinava nelle orecchie e tentava di
strapparmi il cappuccio della giacca a vento che indossavo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ma,
non so perché, continuavo a camminare senza pensieri ben definiti, con lo
sguardo perso nel vuoto, come se una mano invisibile mi trascinasse da qualche
parte.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Senza
accorgermene mi ritrovai su di una banchina di cemento, contro il quale gli
spruzzi di un mare sempre più furioso sbattevano senza tregua, in una lotta
infinita e logorante.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Mi
incamminai incurante degli spruzzi di acqua salata che mi arrivavano sul volto,
anche perché nonostante il vento, non sentivo freddo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="font-size: small;">Arrivai
fin </span>sull'orlo<span style="font-size: small;"> della banchina e mi misi a guardare l’orizzonte, dove creste
illimitate di schiuma su onde, cavalcavano il mare sconvolto dal vento che non
smetteva di crescere di intensità.<o:p></o:p></span></i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>E
allora lì, sul bordo della banchina, mentre il mio sguardo vagava nelle acque
in tempesta, ebbi come la sensazione di essere osservato da dozzine di occhi.<o:p></o:p></i></span></span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i></i></span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Mi
sentii percorrere un brivido lungo la schiena come mai mi era capitato e come
colto da un sesto senso, penetrante e improvviso guardai nel mare con più
attenzione e trasalii.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Per
un attimo, un istante che mi parve un eternità angosciante, riuscii a vedere
attraverso l’acqua come fosse di vetro e notai sul fondo, tra scogli e alghe, una
folla di bambini che guardavano verso me.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Mi
salì un groppo in gola che mi impedì di urlare per lo spavento, e strinsi forte
gli occhi, in preda ad una paura profonda e atavica. Il terrore si impadronì
del mio corpo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Riaprii
gli occhi e non vidi più niente, se non onde furiose che si infrangevano sugli
scogli con una violenza inconcepibile.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Sentii
freddo, alle mani, e poi nelle braccia e al corpo. Il vento divenne come una
lama gelida e devastante che mi spingeva indietro riuscendo quasi a farmi
cadere.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Barcollai,
feci un passo indietro e allungai la mano fino a aggrapparmi la spalletta che
correva lungo il molo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Il
vento mi fischiava nelle orecchie senza tregua, come se fossi entrato in una
galleria dove la corrente acquistava folle velocità.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Ebbi
un folle timore di essere spazzato via come un alberello spoglio, e mi chinai rannicchiandomi
contro il muretto di pietra e cemento armato.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Sembrava
che il vento volesse soffocarmi, spezzandomi il respiro, togliendomi l’ossigeno
dai polmoni, strappandomelo via prima ancora che potessi inspirare una sola
boccata d’aria.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Mentre
lottavo disperatamente per riprendere il controllo dei miei sensi sopraffatti
dalla paura e dall’angoscia per quella situazione inspiegabile, mi accorsi che
nell’aria si stava espandendo un suono.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Dapprima
incerto e tenue, il suono si fece via via sempre più forte ed incalzante.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Non
sembrava provenire da un punto preciso, ma da una moltitudine di direzioni.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Da
sopra, sotto, quasi sembrava che uscisse involontariamente dal mio corpo per
quanto potente era diventato, e solo lentamente riuscii a capire a cosa somigliava.<o:p></o:p></i></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.teleradiopace.tv/wp-content/uploads/2009/10/vento1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.teleradiopace.tv/wp-content/uploads/2009/10/vento1.jpg" height="263" width="400" /></a></div>
<i style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Erano
grida simultanee e folli di panico, di sgomento. Erano grida di bambini.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Dozzine
di bambini, centinaia, forse migliaia,
che gridavano, quasi ululavano nel vento, così cariche di negatività, così profonde e potenti che mi straziavano le
orecchie con la loro forza, e mi tormentavano il cuore e l’anima con la loro
disperazione.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Senza
accorgermene iniziai a piangere, gridando anche io, perché il dolore che
esprimevano con quei lamenti monocorde, prolungati e assillanti mi fecero
cadere in un baratro di sconforto.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Solo
con uno sforzo immane riuscii a rimettermi in piedi e contrastando il vento e
l’impulso di abbandonarmi alle correnti che mi avrebbe ghermito e trascinato in
acqua, raggiunsi la riva e mi allontanai correndo senza meta.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Tornato
non so come in albergo, alcuni miei colleghi, vedendomi completamente
sopraffatto dalla tensione, scarmigliato e con i vestiti strappati, mi corsero
incontro chiedendomi se stessi bene.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Non
ricordo cosa risposi; so solo che piombai in camera, feci la valigia e me ne
tornai a casa, lasciando loro l’incombenza dello stupido ed inutile workshop.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Per
diversi giorni, rimasi in uno stato simile alla catalessi. Avevo solo voglia di
dormire e tremiti incontrollati mi scuotevano il corpo.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Solo
qualche anno dopo venni a sapere una cosa che, se possibile, aumentò in me
l’angoscia per il ricordo, di ciò che mi era accaduto.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>In
quello stesso luogo, oltre cinquanta anni prima, uno scuolabus di ritorno in
paese, era finito in mare. A bordo c’erano solo bambini.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Nessuno
si salvò.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>Da
quel giorno, ogni volta che l’urlo del vento si alza, seppur viva a centinaia
di chilometri di distanza da quel molo maledetto, il terrore si impadronisce di
me, perché tutto l’immenso dolore, la sofferenza, che provarono quei bambini
prima di finire tra le braccia della morte, adesso è racchiuso nella mia anima.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-15026818771894322422013-12-24T09:59:00.000-08:002013-12-24T09:59:26.493-08:00La Tempesta di Natale<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><b>In queste ore che precedono il 25, in tivvù si sente parlare della tanto temuta "Tempesta di Natale" che dovrebbe colpirci proprio nella due giorni di festa.</b></span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><b>Allarmismi infondati o meno, mi domando... e se la tempesta, oltre al suo carico di pioggia, tuoni, fulmini e vento, portasse anche qualcos'altro con sé?</b></span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><b>Così mi è venuto in mente questa cosa, scritta in preda ad un delirio di scrittura, che non ha portato a niente di concreto ma che condivido volentieri con voi... una scusa per farvi gli auguri!</b></span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><b>BUON NATALE!</b></span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><br /></span></i></span>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><br /></span></i></span>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">La tempesta di Natale arrivò esattamente alle 23.59 del 24 dicembre. </span><span style="background-color: white;">Nacque a largo della costa, come un cumulo di nembi oltraggiosamente cupi che vorticando insensatamente, dettero vita ad un gigantesco anticiclone che nel giro di pochi minuti si abbatté con furia disumana sulla città. </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">La grandine tempestò i tetti e le macchine, la pioggia inondò la strade, il vento sradicò gli alberi e strappò tutto ciò che era instabile. </span><span style="background-color: white;">Assieme a questo tumulto distruttivo, a questo caos immane, la tempesta portò con sé anche qualcos'altro. </span><span style="background-color: white;">Erano le 13.35 e Luca era da poco tornato a casa dopo aver festeggiato la vigilia di natale a casa della sua ragazza e i suoi genitori. </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Bagnato fradicio come un gattino si era fiondato sotto la doccia, riscaldando le ossa infreddolite sotto un bel getto di acqua bollente. </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Mentre stava dirigendosi in camera, augurando via sms la buonanotte alla sua ragazza, qualcuno bussò alla porta di casa.</span></i></span><br />
<a href="http://img266.imageshack.us/img266/2989/fulmini3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://img266.imageshack.us/img266/2989/fulmini3.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><br /></span><span style="background-color: white;">Due colpi secchi, decisi, che riecheggiarono inquietanti nel buio del corridoio. Luca </span><span style="background-color: white;">rimase immobile, convinto di aver avuto un allucinazione uditiva. </span><span style="background-color: white;">Fuori la notte era rischiarata dai fulmini e assordata dai rimbombi dei tuoni. </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Qualcuno bussò di nuovo.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Una sgradevole sensazione gli scivolò sotto pelle, lungo la schiena, facendogli rizzare i peli sul collo e sulle braccia.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Luca si avvicinò lentamente alla porta.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"> Sentiva il battito del suo cuore nelle orecchie.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">"Chi è?" domandò con un sussurro. </span><span style="background-color: white;">Nessuno rispose.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Pensando di averlo chiesto troppo piano ripeté la domanda di nuovo, sentendosi doppiamente stupido.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Non rispose nessuno, ed era evidente che non c'era nessuno aldilà della porta.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Scuotendo le testa si riavviò verso la camera, pensando che forse aveva bevuto un po' troppo quella sera, quando iniziò a suonare il campanello di casa.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Sembrava che qualcuno avesse deciso di passare tutta la notte a suonarlo per quanto forte risuonava.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">"driin driin driiiin"</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Si fosse guardato allo specchio Luca si sarebbe accorto di essere impallidito. </span><span style="background-color: white;">Era ovvio che qualche ragazzino si stesse divertendo alle sue spalle... non si sa come era riuscito ad entrare nel palazzo e per qualche strano motvo era salito fino al terzo piano scegliendo proprio il suo appartamento. </span><span style="background-color: white;">Questa volta si avventò verso la porta, deciso a farla finita con quella storia.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Un bel gioco dura poco, ed era la notte di natale! </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">"Fatela finita!" gridò, mentre apriva la porta, immaginandosi di veder scappare a gambe levate qualche gruppetto di ragazzini forse neanche adolescenti che, per come la vedeva lui, a quell'ora dovevano starsene a letto, in attesa di babbo natale.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Dopo aver spalancato la porta si ritrovò davanti il nulla.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Il pianerottolo era deserto e buio. </span><span style="background-color: white;">Buio come la notte più buia. Non riusciva neanche a vedere la porta del suo vicino di casa. </span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Deglutì, accorgendosi di avere la gola secca.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Quell'oscurità lo spaventò a tal punto che richiuse in fretta la porta, sprangandola come non aveva mai fatto.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Aveva paura non poteva negarlo e il suo cuore batteva all'impazzata.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">E poi la luce andò via.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Mentre un tuono rimbombava nell'aria facendo scuotere le finestre di sala e della sua camera, Luca si ritrovò nell'oscurità.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Il buio era totale, proprio come sul pianerottolo. </span><span style="background-color: white;">Sbatté gli occhi, incapace di credere si essersi ritrovato immerso in quel nero indissolubile che non aveva niente di reale.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Un ondata di gelo lo avvolse, le vertigini lo fecero barcollare.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Fece qualche passo incerto nel buio, poi crollò a terra... e l'oscurità ormai era fin dentro la sua testa.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Fuga di gas, dissero poi gli investigatori, fuga di gas collettiva e silenziosa che aveva coinvolto tutto il condominio.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;">Chi era in casa quella sfortunata sera di Natale, non era riuscito a cavarsela.</span></i></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="background-color: white;"><br /></span></i></span>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-28905190491299284342013-12-18T02:19:00.002-08:002013-12-18T09:43:36.113-08:00L'Ambasciatore delle Tenebre <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<i>Questa volta in questo post, invece di scrivervi un racconto, voglio fare promozione al mio ebook, o meglio alla mia serie di ebook fantasy:<b> L'AMBASCIATORE DELLE TENEBRE.</b></i><br />
<i>Siamo sotto natale, siamo tutti più buoni (io no... ve lo dico sinceramente) quindi se volete farmi un regalo andate sulle varie piattaforme che vendono ebook on line (Amazon, MediaWorld, Ibs.it, Ultimabooks etc) e scaricatevi almeno un paio di episodi.</i><br />
<i>Dico un paio perché altrimenti difficilmente potete calarvi bene nella storia...</i><br />
<i>Il primo è <b>gratuito </b>tra l'altro... e gli altri costano quanto un caffè!</i><br />
<a href="http://libreriarizzoli.corriere.it/is-bin/intershop.static/WFS/RCS-RCS_PhysicalShops-Site/RCS/it_IT/LibreriaRizzoli/big/STL/T/1/6/STLT16209g.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://libreriarizzoli.corriere.it/is-bin/intershop.static/WFS/RCS-RCS_PhysicalShops-Site/RCS/it_IT/LibreriaRizzoli/big/STL/T/1/6/STLT16209g.jpg" width="282" /></a><i>Ok, direte voi... che razza di ebook è questo Ambasciatore delle Tenebre che ci vuoi propinare peggio di un venditore di pentole porta a porta?</i><br />
<i>Ok, vi faccio da Cicerone, e vi porterò nel magico mondo di Doam, dove la magia vive ancora, ma la vita è dura quando quella che conosciamo qui sulla Terra...</i><br />
<br />
Immaginatevi un ragazzo, o meglio un giovane adulto, schivo, tranquillo, che lavora come garzone in una bettola della periferia di Tilkadym, la capitale dell'omonimo Regno.<br />
Una guerra sta per iniziare e Den Efferid, il nostro protagonista, viene reclutato per parteciparvi.<br />
A Tilkadym è così, raggiunta una certa età, si viene arruolati, che tu lo voglia o meno.<br />
Il bello è che nel Regno Tilkadym tutti sono contenti di partecipare alle guerre, tutti sono euforici quando c'è da iniziare una nuova battaglia.<br />
Narra la storia che sia sempre stato così, e grazie a questo furore primordiale, il Regno di Tilkadym, decennio dopo decennio è diventata una superpotenza, un piccolo impero con un esercito inarrestabile.<br />
Den ha differenza della totalità dei suoi coetanei ha un fifa blu e farebbe di tutto pur di non finire in mezzo alla battaglia con una spada in mano...<br />
Già si immagina fatto a pezzi.<br />
Lui la guerra la odia, la detesta, non la concepisce, ma costretto dai "reclutatori" viene portato alla caserma.<br />
L'anticamera dell'inferno.<br />
E a questo punto qualcosa succede e il destino che Den considera infame, diviene un inquietante sequela di shock, un vortice di avvenimenti che lo porterà a diventare l'unico che potrà salvare il Regno, il popolo di Tilkadym, e la ragazza che ama.<br />
Di più non vi posso svelare, naturalmente.<br />
Se vi piace il fantasy, o se conoscete qualcuno che apprezza questo genere e da fiducia agli scrittori emergenti... beh, cosa aspettate... questi sotto sono i link dei primi 3 episodi!<br />
<br />
<br />
<br />
<b><a href="http://www.ibs.it/ebook/salvato-daniele/ambasciatore-delle-tenebre-ediz/9788865782149.html" target="_blank"><span style="color: red; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">L'AMBASCIATORE DELLE TENEBRE - EP. 1</span></a></b><br />
<span style="color: red; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><a href="http://www.ibs.it/ebook/salvato-daniele/patto-l-ambasciatore-delle-tenebre/9788865782644.html" target="_blank"><span style="color: red; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">L'AMBASCIATORE DELLE TENEBRE - EP. 2 </span></a></b><br />
<span style="color: red; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><a href="http://www.ibs.it/ebook/salvato-daniele/niente-egrave-come-vorremmo/9788865782699.html" target="_blank"><span style="color: red; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">L'AMBASCIATORE DELLE TENEBRE - EP. 3</span></a></b><br />
<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-7707449274620943392013-12-06T01:06:00.001-08:002013-12-06T01:06:49.478-08:00L'ombra nell'abside<b><i>Durante l'estate di qualche anno fa, visitai una chiesetta sperduta in un piccolo paese della campagna toscana.</i></b><br />
<b><i>Sembrava abbandonata, ma quando vi entrai rimasi colpito dai suoi bellissimi affreschi.</i></b><br />
<b><i>Poi nel buio dell'abside abbandonato all'oblio, una rondine svolazzò sfiorandomi i capelli ed un formicolio mi scivolò lungo la schiena...</i></b><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>Nella calda, afosa, estate di sei anni fa, ero in giro per la toscana come giornalista free lance, per un servizio che mi aveva proposto una rivista di cultura e viaggi.</i><br />
<i>L’idea, neanche poi tanto innovativa, era quella di fare una sorta di viaggio tra alcuni dei più famosi paesi abbandonati dell’Appennino toscano.</i><br />
<i>Con la mia povera Kia affrontavo salite infinite per raggiungere posti sperduti e dimenticati dall’umanità alle prese con la vita moderna e frenetica.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://img.fotocommunity.com/images/Soggetti/Architetture/Chiesa-sconsacrata-di-Toiano-Pisa-a27492963.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="http://img.fotocommunity.com/images/Soggetti/Architetture/Chiesa-sconsacrata-di-Toiano-Pisa-a27492963.jpg" width="400" /></a></div>
<i>Un pomeriggio di agosto, con mia grande sorpresa, raggiunsi un piccolissimo borgo tardo medievale che non era neanche indicato nelle cartine geografiche più datate che avevo portato con me.</i><br />
<i>Lasciai la macchina al limitare del paese e mi avventurai tra le strade silenziose e dissestate.</i><br />
<i>Il borgo era ovviamente deserto, e a dirla tutta neanche troppo interessante, nel suo comune stato di abbandono che avevo già visto e fotografato dozzine di volte in quell’estate.</i><br />
<i>Tuttavia, poco prima di girare i tacchi e tornarmene in macchina, qualcosa attirò la mia attenzione.</i><br />
<i>Alla fine di un vicolo accidentato e semisommerso da massi e travi di legno, notai affacciarsi su una piccola piazzetta ottagonale, una chiesetta dalla tipica struttura paleocristiana, che aveva l’aria di essere stata ristrutturata poco prima che il paese venisse definitivamente abbandonato.</i><br />
<i>Con un certo, rinnovato interesse, mi ci diressi prontamente.</i><br />
<i>Quando la ebbi di fronte, rimasi stupefatto dalla bellezza di quel piccolo capolavoro architettonico.</i><br />
<i>Non potei fare a meno di pensare come fosse possibile che una tale opera potesse essere lasciata alla distruzione meticolosa del tempo.</i><br />
<i>Entrai, ed ebbi un'altra sorpresa, ma di tutt’altro genere.</i><br />
<i>La chiesa era illuminata debolmente da un ordinata file di candelabri a sei braccia infissi ad una serie di colonne di marmo grezzo che raggiungevano l’altare.</i><br />
<i>Dopo un attimo di meraviglia pensai che, evidentemente, a causa della sua straordinaria bellezza, la chiesa doveva essere ancora frequentata dal parroco di qualche paese limitrofo.</i><br />
<i>Mi incamminai verso l’altare, scivolando sul pavimento di granito tirato a lucido, sul quale le luci tremolanti delle candele si riflettevano con straordinaria vivacità.</i><br />
<i>Le pareti erano adornate da strani quadri, dove erano rappresentate figure sacre a me ignote.</i><br />
<i>Una particolare mi incuriosì, perché raffigurava una folla di persone, vestite di stracci, poco più che mendicanti, che avevano lo sguardo rivolto verso il cielo.</i><br />
<i>Ma non erano in attesa di qualcosa di positivo, di una beata luce angelica che sovente si vede nei classici dipinti cattolici, ma piuttosto da un blasfemo nembo denso e scuro, che vorticava sulle loro testa e dal quale partivano lampi e folgori che si tramutavano in demoni alati, cornuti e con tutti gli altri dogmi tipici degli abitatori degli inferi.</i><br />
<i>Questa strana rappresentazione, che mi appariva capovolta rispetto ai normali canoni cristiani, mi incuriosì talmente tanto che scattai diverse dozzine di foto.</i><br />
<i>D’un tratto però un rumore proveniente da dietro l’altare mi fece trasalire.</i><br />
<i>Avevo sentito come un rumore di passi svelti, seguiti da un fruscio, e qualcosa di simile ad un mormorio.</i><br />
<i>Mi diressi in quella direzione e vidi una luce fioca che spariva lungo una scala ripida che portava al sottosuolo.</i><br />
<i>Vidi di sfuggita la figura di un abate incappucciato che teneva alta una lanterna ad olio sopra la testa.</i><br />
<i>Chiesi ad alta voce se ci fosse qualcuno, ma non ebbi risposta, così decisi di seguire la fioca luce della lanterna che si era inabissata.</i><br />
<i>Le scale erano ripide, rese scivolose dall’umidità, le pareti trasudavano acqua.</i><br />
<i>Seguii la luce che mi precedeva di qualche metro, ma non riuscivo mai a vedere chi fosse colui che si inoltrava in quei cunicoli.</i><br />
<i>Ricordo che gli gridai di aspettare, e allungai il passo ma ogni volta che voltava un angolo di quello che aveva tutto l’aspetto di un labirinto, il misterioso abate mi sfuggiva sempre.</i><br />
<i>Alla fine, improvvisamente me lo ritrovai davanti.</i><br />
<i>Era chinato di fronte ad un piccolo altare scolpito nella roccia, dove vi era raffigurata la madonna nell’atto di schiacciare una serpe.</i><br />
<i>L’immagine era vivida, perfetta, sembrava quasi una foto per quanto la scultura aveva rappresentato la scena, come pietrificandola in quell’istante preciso.</i><br />
<i>L’abate era chinato, intento in una preghiera che mi pareva in latino e io decisi che era l’occasione giusta per fare un'altra bella serie di foto.</i><br />
<i>Ma non appena feci scattare il primo flash, l’abate si animò improvvisamente, e voltandosi iniziò a gridare.</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><i><br /></i>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/_XM6OoOc43s0/R_5Oq9EgiPI/AAAAAAAAAC8/W1WuM6QvSZA/s200/nightmarebs5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/_XM6OoOc43s0/R_5Oq9EgiPI/AAAAAAAAAC8/W1WuM6QvSZA/s400/nightmarebs5.jpg" width="400" /></a></div>
<i><br /></i>
<i>Mi venne incontro, con la faccia stravolta, il volto emaciato, gli occhi iniettati di sangue, e una orribile cicatrice lungo il collo.</i><br />
<i>Gridava in latino, spingendomi, e costringendomi a fare una precipitosa ritirata lunga il tunnel.</i><br />
<i>Quando sbucai di nuovo nella chiesa rimasi sconvolto.</i><br />
<i>La chiesa era gremita di persone.</i><br />
<i>Donne, bambini, uomini, vestiti come contadini dei tempi andati, tutti pallidi, emaciati, malnutriti e su cui gravava un olezzo indescrivibile.</i><br />
<i>Stavano lì, in piedi tra le panche, immobili e silenziosi, come in trance, e mi diedero la netta impressione che non mi vedessero, ma che fossero letteralmente sopraffatti da una liturgia invisibile che stava avendo luogo.</i><br />
<i>Fu lì che mi voltai e vidi qualcosa che tutt’oggi non riesco ancora a comprendere.</i><br />
<i>Potessi tornare indietro a quel giorno, non entrerei mai in quella chiesa di quel paese dimenticato e che fortunatamente non so neanche come rintracciare.</i><br />
<i>So solo che dopo aver visto quella folla di moribondi, quella moltitudine di miserevoli esseri umani che avevano gli occhi spenti e la pelle tirata e cerea, alzai lo sguardo verso la cupola dell’abside e vidi una immane e orrida ombra, grottesca nella sua forma mutevole, come fumo denso e malefico che formava impercettibilmente delle figure che ricordavano tanto demoni cornuti.</i><br />
<i>Scappai, facendomi strada tra le persone che sapevano di decomposizione e morte.</i><br />
<i>L’ultimo brivido lo ebbi quando con la coda dell’occhio vidi il quadro che tanto avevo fotografato poco prima: era un immane tela bianca.</i><br />
<i>Delle foto che scattai niente si salvò.</i><br />
<div>
<br /></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-87866542171919438282013-11-24T23:28:00.000-08:002013-11-24T23:28:42.884-08:00KK82<i><b>Questa volta, lascio da parte per un attimo l'oscurità della paura, per veleggiare in una luce accecante, con questo brevissimo racconto dal sapore di fantascienza, con un finale un po' fuori dai miei canoni... fin troppo "romantico".</b></i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>La luce della luna di Sethlans quella mattina era più forte del normale e si rifletteva sugli specchi della navetta con forza, come se li volesse perforare.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://portalemisteri.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2012/12/wallpaper-2682935.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="http://portalemisteri.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2012/12/wallpaper-2682935.jpg" width="400" /></a></div>
<i><br /></i>
<i>Il capitano, un tipo tranquillo, placido, persona di buon senso e saggezza racchiusa in un corpo ancora atletico nonostante l’età, con il volto sempre ricoperto da una barbetta coltivata con cura, stava ispezionando la sala comando.</i><br />
<i>Niente era in ordine e anche per quel giorno pareva fosse impossibile ripartire.</i><br />
<i>- Capitano, le condizioni del quinto motore sono ancora disastrose. Quel maledetto meteorite è andato più a fondo del previsto. Cosa dobbiamo fare?</i><br />
<i>- Cercate di fare più in fretta possibile, ma fate attenzione mi raccomando. Non possiamo permetterci altri errori.</i><br />
<i>L’ufficiale salutò rigidamente con la mano distesa sul petto e si scivolò via silenzioso, diretto verso la sala macchine.</i><br />
<i>Qualcosa non andava in quello strano pianeta in cui erano atterrati solo pochi giorni prima.</i><br />
<i>Atterrati era un eufemismo. Ad essere più precisi, togliendo ogni tipo di romanticheria, si erano schiantati su una vasta distesa di crateri fumanti, distruggendo in parte lo scafo della navetta e frantumando in mille pezzi l’ala destra che già era malconcia.</i><br />
<i>Quella pioggia di meteoriti così fulminea li aveva colti impreparati e a peggiorare la situazione c’era stato quel collasso dei circuiti elettrici che aveva compromesso ogni possibilità di manovra.</i><br />
<i>Due problemi al prezzo di uno, un offerta imperdibile per chi ama il rischio.</i><br />
<i>Probabilmente il pianeta che stavano sorvolando aveva un fortissimo campo magnetico che aveva mandato in panne tutta la sala comando, ma non si spiegava come mai in quel momento, dalle rilevazioni fatte sul terreno non risultasse niente del genere.</i><br />
<a href="http://www.skylive.it/public/cms/skylivesite/multimedia/immagini/corpicelesti/satelliti/Ganimede.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.skylive.it/public/cms/skylivesite/multimedia/immagini/corpicelesti/satelliti/Ganimede.png" width="320" /></a><i>KK82 era un piccolo pianeta sferico di nessuna importanza, un piccolo palloncino che galleggiava nell’universo, scartato dalla rotte commerciali e militari, considerato meno di zero.</i><br />
<i>Ma in quel momento, Harold J.Stevens, Capitano della navetta mercantile “Alleluia” sentiva che quell’arido globo butterato, portava con se nei suoi viaggi intorno al sole un qualche recondito segreto. E lui non voleva niente a che farne.</i><br />
<i>Dai crateri vicini alla navetta, fuoriuscivano dei getti di vapore caldo e denso come cotone che si libravano nell’aria rarefatta e salivano in cielo fin verso la luna che in quel particolare periodo dell’anno contrastava con veemenza la luce gialla e calda del sole.</i><br />
<i>D’altronde erano vicinissimi al satellite bianco che brillava nel cielo come un grosso diamante grezzo, ma prezioso.</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><i><br /></i>
<i>D’un tratto i pannelli della consolle di comando si accesero all’unisono lanciando veloci luci intermittenti rosse e un segnale di emergenza che risuonò ben presto per tutta la navetta.</i><br />
<i>Harold schiacciò il pulsante dell’interfono e chiamò urgentemente qualcuno ad informarlo.</i><br />
<i>In men che non si dica sulla soglia comparve il Capo Macchine sporco di olio e grasso, con una vistosa fasciatura alla mano destra. Un ricordino dell’esplosione del giorno prima.</i><br />
<i>- Capitano, abbiamo riattivato i moduli 4 e 5, ma c’è stato un cortocircuito su tutti i settori di riavvio motori. </i><br />
<i>- Come è possibile? Li avete riparati ieri! – sibilò il Capitano sull’orlo di una crisi di nervi.</i><br />
<i>Le riparazioni sembravano non dover finire mai, erano lotta energica e stupida come quella di un gatto con la sua coda sempre troppo lontana.</i><br />
<i>- Si, certo ma non riusciamo a tenerli attivi al momento dell’accensione dei pannelli.</i><br />
<i>Harold lo guardò in silenzio, il volto gelato da mille pensieri.</i><br />
<i>- Lavorateci ancora, una soluzione deve esserci! </i><br />
<i>E anche il Capo Macchine lo lasciò solo a rimuginare, ricamando i suoi pensieri già arzigogolati con nuove imprevedibili considerazioni.</i><br />
<i>Nessuna di queste però era ottimista.</i><br />
<i>Un peso invisibile gravava nella sua mente, lasciandogli un solco profondo, una cicatrice di dolore provocata dal troppo pensare. Il mal di testa, uno di quelli pesanti, era in arrivo.</i><br />
<i>Sospirando si lasciò cadere sulla poltrona reclinabile che fino a tre giorni prima era stato il suo posto di comando.</i><br />
<i>Chiuse gli occhi, cercando di non far caso al fastidioso pulsare alle tempie e alla cervicale che lentamente si stava dipanando per tutta la testa, come l’eco di un tamburo dentro una caverna.</i><br />
<i>Ripercorse con la mente tutti i momenti precedenti alla caduta su KK82.</i><br />
<i>C’era una luca, un luce forte, bianca lattiginosa che veniva dal basso, lo ricordava con precisione.</i><br />
<i>La navicella ne era stata avvolta, mentre le meteoriti la tormentavano da tutti i lati, sfondando i motori e facendone esplodere ben due, prima di farla crollare a terra.</i><br />
<i>Prima dell’impatto al suolo aveva dovuto stringere gli occhi, quasi chiuderli per evitare di rimanervi accecato.</i><br />
<i>Non se l’era sognato, no signore.</i><br />
<i>Eppure non c’erano fonti di luce su quello schifosissimo pianeta. </i><br />
<i>D’un tratto un boato spaventoso ruppe il silenzio.</i><br />
<i>La navetta tremò, sbattuta in tutte le direzioni da un tremendo violentissimo terremoto.</i><br />
<i>Harold barcollando si alzò in piedi, scivolando da una parte all’altra come un ubriaco della peggior specie.</i><br />
<i>Uscì dalla sala comando, continuando a cadere e rialzarsi mentre fuori il boato continuava a riempire l’aria con il suo frastuono viscerale.</i><br />
<i>Sulla scaletta d’emergenza incontrò l’Ufficiale in seconda che lo guardò intontito dalla paura, una maschera di terrore pallida e senza fiato.</i><br />
<i>- Immediata evacuazione della navetta! – gridò il Capitano cercando di farsi sentire in quel frastuono assordante.</i><br />
<i>In piedi, sballottato come una piuma nel vento, rimase in cima alla scaletta aspettando che tutto l’equipaggio scendesse per mettersi in salvo.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRSbOlsQBvw2grZoLqZrQWVLdANP5bbXCD33TyaA-op4II32IPjxQ" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRSbOlsQBvw2grZoLqZrQWVLdANP5bbXCD33TyaA-op4II32IPjxQ" /></a></div>
<i><br /></i>
<i>Fece appena in tempo a scendere e mettere il piede sulla terra friabile e secca che uno dei motori, uno di quelli che i meccanici stavano riparando, si staccò dalla navetta e schiantandosi al suolo esplose lanciando fiamme in ogni direzione.</i><br />
<i>Il calore e il fuoco bruciarono la pelle del viso del Capitano, che scioccato da ciò che stava accadendo era rimasto a guardare senza cercarsi un riparo.</i><br />
<i>Ma il dolore non fu niente.</i><br />
<i>Il boato del terremoto da assordante si fece crepitante, sferzante come il vento nelle orecchie.</i><br />
<i>Delle fenditure si aprirono nel terreno, dapprima piccole come minuscole rughe poi via via sempre più grandi, fino a che il Capitano e l’equipaggio furono costretti a correre via in cerca di riparo.</i><br />
<i>La navetta, sballottata dal terremoto, fu inghiottita da un enorme cratere, sparendo alla vista in un lampo, come se non fosse mai esistita, circondata da un cumulo di polveri e vapori che provenivano dal sottosuolo.</i><br />
<i>Harold non riusciva più a connettere con razionalità, stava succedendo tutto così velocemente e senza senso. Era seduto per terra, con gli occhi che lacrimavano per la paura e la polvere che vi bruciava dentro.</i><br />
<i>Un'altra enorme fenditura nel terreno si stava aprendo fin troppo vicino e il Capitano e il suo equipaggio furono costretti a fuggire ancora scappando in cima ad una piccola collinetta rocciosa.</i><br />
<i>Da lì videro uno spettacolo inaudito. Il pianeta si stava dividendo in due, aprendosi come un arancia sbattuta per terra, strappandosi in due divelta da forza invisibili e mostruose.</i><br />
<i>Da sotto il terreno una luce incandescente brillava, emanava calore ed energia e si liberava nel buio profondo dello spazio. Era la stessa luce che il Capitano aveva visto durante la collisione, ma adesso era certo di non aver avuto un allucinazione.</i><br />
<i>Quel pianeta era vivo, si muoveva, cresceva, respirava perfino e sotto la pelle ruvida e terrosa che lo racchiudeva il suo cuore pulsante cercava un modo per esplodere definitivamente liberando tutto il suo potere.</i><br />
<i>Ormai tutto intorno a loro il piccolo corpo celeste si era trasformato in un fuoco che stava per splendere per l’eternità.</i><br />
<i>L’ultima cosa che Harold vide prima di sparire assieme ad i suoi uomini fu quella luce che quasi la si poteva toccare e respirare.</i><br />
<i>- Le stelle.. le stelle sono belle anche da vicino – pensò, mentre ormai non riusciva più a vedere neanche le sue mani e una lacrima di commozione gli solcava il volto sporco di terra.</i><br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>FINE</b></div>
<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.boorp.com/sfondi_gratis_desktop_pc/sfondi_gratis/sfondi_spazio_pianeti_nebulose/altro_universo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="http://www.boorp.com/sfondi_gratis_desktop_pc/sfondi_gratis/sfondi_spazio_pianeti_nebulose/altro_universo.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-63752472050872992452013-11-12T23:17:00.001-08:002013-11-12T23:17:59.948-08:00Una notte oscura<div class="MsoNoSpacing">
<i><b>Vi scrivo qui un brevissimo racconto, ispirato da una mia vecchia esperienza... ed un umile, umilissimo omaggio a H.P. Lovecraft.</b></i><br />
<i><b>Perché cari miei, quando una nuova notte inizia, non si sa mai quanto potrà essere oscura.</b></i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>Quella notte, un dolore fortissimo allo stomaco, un bruciore lancinante che mi toglieva il respiro, mi portò al pronto soccorso.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Erano le 11.10 e nella sala di attesa, pervasa da un avvilente odore di disinfettante, vidi di sfuggita solo alcune persone che ciondolavano stancamente sulle sedie cigolanti.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<a href="http://ammutinata.files.wordpress.com/2013/05/blog_corsia_altadef.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://ammutinata.files.wordpress.com/2013/05/blog_corsia_altadef.jpg" width="180" /></a><i>Un volontario dell’ambulanza mi scortò fino ad un saletta pallida, spingendo stancamente la sedia a rotelle su cui mi avevano scaricato.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Poco dopo arrivò un infermiere dall’aria sbattuta, mi chiese nome e cognome, età, indirizzo e causa della mia inaspettata visita all’ospedale, mi infilò una flebo nel braccio, e mi trascinò lungo un corridoio fino ad un’altra saletta, dove di lì a poco, mi borbottò, sarebbe arrivata una dottoressa a visitarmi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Davanti a me avevo una parete di cartongesso, sudicia e ricoperta di schizzi di caffè e altre sostanze ignote, che avevano un aspetto a dir poco disgustoso. Più in alto, sulla mia destra, un grande orologio, faceva ruotare ipnoticamente la sua lancetta dei secondi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Il tempo passava, la mia flebo lentamente si esauriva, il mio sedere iniziava a dar segni di fastidio a causa dell’insopportabile scomodità della sedia a rotelle, e della dottoressa non si vedeva neanche l’ombra.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Poco distante da me venne portata una donna su una lettiga.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Gemeva penosamente, si lamentava, gridava a tratti come una forsennata, lamentando dolori atroci alla schiena, ma i medici la lasciarono ai suoi guai e si dileguarono, parlottando tra loro di un “codice rosso”. Per me e la povera signora fu oblio.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Dopo alcune interminabili ore passate a rigirarsi sulla sedia, i miei occhi si appesantirono, le palpebre divennero di piombo e senza neanche accorgermene, sicuramente senza alcuna voglia, mi addormentai.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Non sognai niente, ma il lato oscuro del mio cervello, annichilito dalla stanchezza, mi ottenebrò i sensi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Fu solo un breve attimo di catalessi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Quando riaprii gli occhi vidi che non erano passati neanche trenta minuti dall'ultima volta che avevo dato una sbirciata malevola all'orologio.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Non ero per niente riposato, anzi ero più stanco e prostrato di prima, benché il dolore allo stomaco fosse quasi scomparso.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>In compenso, in quel lasso di tempo le luci vicino a me si erano spente, e rimaneva soltanto una tenue luce giallognola e malata che illuminava una parte distante del corridoio.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Stufo di aspettare, logorato dalla snervante attesa interminabile, decisi di alzarmi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Staccai la flebo, ormai vuota, dal braccio e mi alzai.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Una fitta lancinante alle gambe, ormai totalmente intorpidite dalla scomoda posizione in cui ero rimasto, mi fecero barcollare un attimo.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Lentamente, passo dopo passo, mi incamminai nel corridoio scansando barelle, lettini e sedie a rotelle, abbandonate al loro destino. Della signora che gemeva non c’era più traccia. La situazione era al limite dell’assurdo, sembrava che tutto l’ospedale fosse stato evacuato in fretta e furia.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Non riuscivo più a trovare la strada che avevo percorso prima, ma continuai a girovagare in quell'ambiente assurdo, perché mentre venivo scarrozzato sulla sedia a rotelle avevo notato la porta di una toilette ed avevo urgente bisogno di farci un salto.</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><i><br /></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Finalmente riuscii a trovarla e con un sospiro di sollievo vi entrai.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Rimasi con la bocca aperta non appena accesi la luce.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Un sacca di sangue stracciata era per terra, in un lago rosso vermiglio che si allargava sul pavimento bianco del bagno, tra impronte di scarpe e un ciuffo di capelli biondi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Una serie di tracce di sangue correva anche lungo la parete, e sottolineava con acuto terrore una scritta assurda ma pienamente leggibile: </i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Tahoma, sans-serif;"><b><span style="font-size: large;">CTHULHU</span></b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Con un moto di repulsione scattai all'indietro, trattenendo a stento un conato.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>La nottata, da assurda e penosa stava scivolando pericolosamente sul macabro.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>A quel punto mi convinsi definitivamente che qualcosa non andava: di infermieri in giro non se ne vedevano, della fantomatica dottoressa che avrebbe dovuto visitarmi non avevo visto neanche l’ombra.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Mi sentivo meglio, seppur non ancora in piena forma, così, tra il frustrato e lo scioccato mi diressi verso lo sportello di accettazione per cercare di ottenere spiegazioni.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Camminai un po’ alla cieca, cercando di ricordare la direzione giusta da prendere, ma mi confondevo facilmente, tra porte scorrevoli elettriche che non si aprivano, vicoli ciechi e stanze disseminate di barelle, e misteriosamente deserte.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Caddi preda ad una frustrazione nera, che mi assalì i nervi già stremati dalla lunga notte di dolore e attesa.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Un giramento di testa mi costrinse a sedermi per un attimo su una barella, lungo un corridoio fiocamente illuminato da una luce di emergenza, quando sentii una serie di grida spaventose riecheggiare non lontano da me.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<a href="http://farguspage.files.wordpress.com/2011/03/corridoioinfinito.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://farguspage.files.wordpress.com/2011/03/corridoioinfinito.jpg" width="320" /></a><i>Nonostante le urla mi avessero spaventato mi diressi in quella direzione, attratto dall'idea di trovare compagnia, forse nell'assurda ipotesi che colei che stava gridando fosse sufficientemente lucida da poter scambiare due parole con me.</i><br />
<i>Mi rendo conto oggi che il mio cervello non connetteva molto bene.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Seguii l’eco delle urla sempre più smorzate, lungo le corsie tenebrose e deserte fino a ritrovarmi di fronte ad una porta blu socchiusa.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Entrai silenziosamente, come se inconsciamente temessi di vedere ciò che c’era aldilà.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Steso per terra, un uomo seminudo, affondava le mani nel ventre della donna che si lagnava dei suoi dolori alla schiena, portandosi alla bocca manciate di budella, intestini e pezzi sanguinolenti di carne.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Con orrore incommensurabile vidi gli occhi vacui della povera signora che lentamente si spegnevano, e quell'immagine mi tortura ancora oggi ogni volta che chiudo gli occhi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Forse gridai, forse feci rumore sbattendo contro la porta alle mie spalle, quel che è certo è che quell'uomo immondo, mi vide e strillando come un ossesso frasi senza senso si alzò e mi corse incontro. Da qui in avanti i ricordi si fanno confusi.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>So solo che scivolando sul sangue uscii di corsa dalla stanza, senza neanche la forza di gridare aiuto, terrorizzato e scioccato da quella blasfema visione.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Per uno strano scherzo del destino, fuggendo all'impazzata questa volta riuscii a trovare la strada che portava alla reception del pronto soccorso.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Lì mi vennero incontro due guardie giurate con la pistola in pugno e un infermiera con il camice sporco di sangue. </i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Mi dissero qualcosa, mentre io balbettavo, borbottavo, con gli occhi sbarrati e incapace di spiegare ciò che mi aveva terrorizzato.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Così mi costrinsero a sdraiarmi su una barella e mi riempirono di sedativi. Poi fu oblio per un infinito, oscuro viaggio che si concluse solo diverse ore più tardi, quando ormai era metà pomeriggio.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Di ciò che successe quella notte non ho più saputo niente. I giornali hanno parlato di un omicidio misterioso in ospedale, ma presto tutto è stato fatto tacere.</i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<i>Io però non scorderò mai quel folle carnefice che gridava: </i><br />
<i><br /></i></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div style="text-align: center;">
<i><b>Le stelle si sono allineate! Mio signore torna tra noi!</b></i></div>
</div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>Cthulhu!</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><span style="font-size: large;">Cthulhu!</span></b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><br /></b></i></div>
</div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://static.comicvine.com/uploads/original/7/78486/2317908-Cthulhu_Rising_by_somniturne.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="http://static.comicvine.com/uploads/original/7/78486/2317908-Cthulhu_Rising_by_somniturne.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-55172000173060659302013-11-06T02:47:00.003-08:002013-11-06T02:47:45.188-08:00La Gabbia<i><b>Un mio piccolissimo racconto nato da alcune suggestioni personali...</b></i><br />
<i><b>(E se riuscite a trovarci riferimenti a cose, persone o fatti realmente accaduti, beh, qualche domanda sulla vostra vita dovreste farvela... )</b></i><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><b>LA GABBIA</b></i></div>
<i><br /></i>
<i>Sfinito dal lungo viaggio e con i primi segni della sonnolenza che iniziavano a manifestarsi, decisi di accostare l’auto in un piazzale sterrato e pieno di fango per riposarmi un po’. </i><br />
<i>Mentre fermavo l’auto iniziò a scendere le prime gocce di pioggia. </i><br />
<i>Era tutto il giorno che minacciava acqua e, pensai, quello era il momento buono per le nuvole grigie e imponenti di scaricare tutta la loro rabbia. </i><br />
<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQycVsWOhWpSpPPggVivcMMaFTFebSd_CSnwD3SyE-RBjSjNMHBCg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="266" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQycVsWOhWpSpPPggVivcMMaFTFebSd_CSnwD3SyE-RBjSjNMHBCg" width="400" /></a><i>Il ticchettio aritmico dell’acqua sulla carrozzeria dell’auto e le gocce che si rincorrevano senza sosta sui finestrini e il parabrezza, mi conciliarono il sonno e ben presto mi addormentai. </i><br />
<i>Passai così del tempo nel remoto e oscuro mondo dei sogni, quello profondo, ancestrale che arresta i pensieri incessanti della mente e ti fa adagiare su una infinita coltre di nembi ovattati che non lasciano alcun ricordo di se e delle visioni che portano. </i><br />
<i>Al mio risveglio l’alba stava ormai sorgendo, e il temporale si stava estinguendo completamente, scivolando lontano, sospinto dalle invisibili correnti d’aria del cielo. </i><br />
<i>Per sgranchirmi un po’ le gambe e la schiena, irrigidite dalla scomodo posizione in cui mi ero addormentato, decisi di scendere di macchina e fare quattro passi prima di riprendere il viaggio. </i><br />
<i>Mi accorsi che il piazzale dove mi ero fermato la notte precedente era in realtà un parcheggio delimitato da un lato da una piccola trattoria e dall’altro da un oasi di ricovero per uccelli feriti o malati. </i><br />
<i>Mi incamminai in quella direzione e superata una cancellata di legno, lasciata aperta, con il grosso logo in plastica dell’associazione ormai mezzo scolorito, mi ritrovai di fronte una piccola costruzione malandata con il tetto a cupola, che intuii servisse da ambulatorio veterinario. </i><br />
<i>Bussai alla porta, sperando vi fosse qualcuno per poter lasciare un offerta all’associazione che si occupava di quei poveri animali sfortunati, ma nessuno venne ad aprirmi. </i><br />
<i>Così girai su i tacchi, un po’ deluso, e osservai l’ambiente. </i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><i><br /></i><br />
<i>Una leggera bruma scivolava come fumo sul terreno, gli alberi gocciolavano ancora generando pozzanghere e fanghiglia e su tutto prevaleva un forte odore di muschio e umidità. Un vialetto tra due alte siepi portava a delle grosse gabbie, dove venivano tenuti sotto controllo i pennuti in via di guarigione e da dove giungevano sempre più alte le strida, e ogni altro genere di richiamo possono emettere gli uccelli. </i><br />
<i>Mi guardai attorno, e vedendo che non c’era anima viva, la curiosità mi spinse in quella direzione. Mi trovai ben presto di fronte ad un recinto dove erano chiuse diverse dozzine di uccelli acquatici di diversi genere e grandezza. </i><br />
<i>Vi erano anatre e oche, confusionari e aggressive, folaghe, un ibis ferito, silenzioso e timido che sostava ai lati di un piccolo e sporco laghetto artificiale, e diversi gabbiani reali, alcuni feriti alle ali e alle zampe, che sembravano spadroneggiare su molti dei loro coinquilini. La confusione era enorme e aumentò quando le oche mi corsero incontro con i loro colli protesi e i becchi spalancati in cui si intravedeva la piccola lingua triangolare, evidentemente pensando avessi portato loro del cibo. </i><br />
<i>Più avanti il recinto lasciava spazio a due grandi gabbie rugginose e impregnate di umido. </i><br />
<i>In un erano presenti due grandi pellicani che riposavano stancamente l’uno fianco all'altro vicino ad una bacinella d’acqua, tra strati di guano maleodorante. </i><br />
<i>Nell'altra un poco più piccola, diversi piccoli rapaci notturni erano appollaiati su i rami spogli di un alberello rinsecchito. Rimasi un po’ sorpreso quando mi accorsi che nel lato opposto della gabbia, sotto una tettoia di plastica ricoperta da cumuli di aghi di pino ormai ammuffiti, qualcosa di grande si stava nascondendo. </i><br />
<i>Era un gufo enorme, perfettamente mimetizzato nella penombra. </i><br />
<i>Ebbi una sensazione strana, come un sentimento viscerale di ansia alla bocca dello stomaco, quando lo notai. </i><br />
<i>Forse per le dimensioni che mi parevano spropositate, ma d'altronde non avevo mai visto dal vivo un animale del genere prima di quel momento. </i><br />
<i>Forse per la sensazione inquietante di essere spiato, sorvegliato e quasi braccato come una preda. </i><br />
<i>Fatto sta che distolsi lo sguardo e mi incamminai verso l’ultimo recinto e che si trovava proprio al termine del sentiero. </i><br />
<i>Si trattava in realtà di una grande, immensa voliera chiusa con pannelli di legno verde, cui si poteva vedere all'interno solo attraverso una spioncino rettangolare, posizionato su una porta di ferro chiusa con grosso lucchetto. </i><br />
<i>Mi avvicinai e guardai attraverso la fessura la cui visione era ulteriormente ridotta da una grata. </i><br />
<i>Mi domandai per quale motivo vi fosse così tanta protezione e ostentata sicurezza per una normale gabbia di uccelli, ma osservando all'interno non notai assolutamente niente. </i><br />
<i>Spostando lo sguardo in basso però notai qualcosa che iniziò a turbarmi. </i><br />
<i>Per terra vidi i resti spolpati di un coniglio o qualcosa di molto simile, e grosse impronte a tre dite grandi quanto e più della mia mano. </i><br />
<i>Poi un tanfo insopportabile mi giunse alle narici, seguito subito dopo da un mesto strisciare e un debole lamento. </i><br />
<i>Preso da un interesse atavico di cui ancora adesso non mi do pace, mi posizionai meglio e mi alzai in punta di piedi per vedere in modo migliore. </i><br />
<i>E fu allora che quel qualcosa che era nella voliera si mostrò in tutto il suo terrificante aspetto. Per prima cosa vidi le gigantesche ali membranose, artigliate e coperte da una leggera peluria. </i><br />
<i>Poi, scivolando su di esse, mi si mostrò tutto il corpo di quell'essere immondo e indescrivibile. </i><br />
<i>Era una figura chiaramente antropomorfa, con braccia e gambe simili a quelle umane, ma dotata di mani e piedi deformati e spaventosi. </i><br />
<i>In particolare, ricordo di aver visto con crescente orrore le dita delle mani che erano solo tre, con mignolo e anulare uniti assieme a formare un unico orrendo prolungamento che si allungava fino a diventare l’osso delle ali da pipistrello. </i><br />
<i>Bastava solo questo a farmi impazzire di orrore, ma quando l’essere si voltò verso di me, mostrandomi il suo volto deformato ma senza dubbio umano, non potei trattenere un urlo così agghiacciante che scatenò immediatamente il panico tra tutti gli uccelli presenti nelle altre gabbie. </i><br />
<i>Scappai senza ritegno, con il respiro mozzato e un tremore incontrollabile che mi sconquassò per tutto il giorno. </i><br />
<i>Perché con voce nasale e cavernosa quell'ibrido malefico guardandomi negli occhi mi disse:</i><br />
<i><b><span style="font-size: large;">aiutami! </span></b></i><br />
<div>
<br /></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-22764617974106902372013-10-08T23:56:00.001-07:002013-10-08T23:56:31.879-07:00Apocalisse Z - La trilogia di M. Loureiro (Recensione)<i>E' con immenso piacere che mi ritrovo qui a parlarvi della trilogia di Manel Loureiro.</i><br />
<i>Apocalisse Z!</i><br />
<i>Per me la trilogia dell'avvocato spagnolo è ottima, nonostante zoppichi negli ultimi due romanzi, e merita di essere letta. Almeno il primo libro.</i><br />
<i>Andiamo con ordine.</i><br />
<i><br /></i>
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<i> <span style="color: red;">(Attenzione! Potrebbero esserci spoiler!)</span></i></div>
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<i><span style="color: red;"><br /></span></i></div>
<a href="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTxbrdrdzH_38hITqjCLLnzjyG5sACgl9Q93S4lKXR2I-bYXidC6A" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTxbrdrdzH_38hITqjCLLnzjyG5sACgl9Q93S4lKXR2I-bYXidC6A" /></a><i>Un paio di anni fa, spinto dalla curiosità e da alcune buone recensioni (che di solito non leggo, ma ogni tanto capita...) decisi di comprarmi Apocalisse Z, Edizioni Nord.</i><br />
<i>Bella copertina. Conta il giusto, ma è comunque parte del libro e fa sempre piacere vedere il viso verdognolo di uno zombie che ti osserva ogni volta che prendi il libro in mano.</i><br />
<i>Finalmente un apocalisse zombie ambientata in europa e non negli USA, già questo mi è piaciuto.</i><br />
<i>Probabile che Loureiro si sia ispirato al blog di J.L.Bourne da cui poi è stato tratto "Diario di un sopravvissuto agli zombi" ma a parer mio lo supera in qualità di una spanna e mezzo. </i><br />
<i>La storia è quella classica: c'è un gruppo di terroristi di una regione sperduta in Russia che involontariamente si infettano con un virus portentoso, il TSJ.</i><br />
<i>Il mondo è impreparato, la pandemia dilaga, il mondo è fottuto.</i><br />
<i>Il nostro protagonista, un giovane avvocato spagnolo, assieme al suo gatto Lucullo, attraverso le pagine di un diario, ci racconta le sue avventure, che almeno nel primo romanzo, sono assolutamente avvincenti e credibili. Azione, suspence, sopravvivenza allo stato puro!</i><br />
<i>Alla fine è inevitabile che conosca altri sopravvissuti, qualsiasi storia legata all'apocalisse zombi gira e rigira finisce così, ed è questo forse il limite più grande del tema dei morti viventi.</i><br />
<i>Qualsiasi sia il protagonista, ovunque si trovi, andrà sempre in cerca di sopravvissuti e luoghi sicuri.</i><br />
<i>Alla fine, almeno che non sia proprio l'unico uomo rimasto al mondo, è ovvio che ne trovi qualcuno!</i><br />
<i>In Apocalisse Z succede, e il nostro avvocato conosce pure una ragazza tremendamente carina... </i><br />
<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTCbt9yYDmmjZgbZruxZWhBKRpx8LutmoVKEKmPZ8iyZQZvMf2ENg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTCbt9yYDmmjZgbZruxZWhBKRpx8LutmoVKEKmPZ8iyZQZvMf2ENg" /></a><i>però si riesce a chiudere un occhio, perché accade proprio nella parte finale, e il libro finisce nel miglior modo possibile: il diario viene abbandonato ai posteri.</i><br />
<i>Chissà che fine avranno fatto i sopravvissuti! Wow che figata!</i><br />
<i>Purtroppo c'è il seguito. </i><br />
<i>Ne "<b>I Giorni Oscuri</b>" si cade nella retorica dell'umanità che non smetterà mai di farsi del male da sola. I sopravvissuti finisco a Tenerife, dove migliaia di sopravvissuti, protetti dall'isolamento dell'isola spagnola riescono a tirare avanti, guidati da milizie armate. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma ovviamente, la storia aveva bisogno di azione e allora ecco che parte una missione suicida in cerca di medicinali.</i><br />
<i>Missione che ci fa tornare in Spagna, in un ospedale abbandonato assediato da orde immense di zombi. Non voglio svelarvi altro, perché questa è la parte migliore del libro. </i><br />
<i>Ma se considerate il fatto che c'è un seguito... </i><br />
<i>In "<b>L'ira dei giusti</b>" si tenta di dare una possibile soluzione al mondo dominato dai morti viventi.</i><br />
<i>E non sarebbe neanche tanto male: i funghi aggrediscono i corpi decomposti e lentamente li distruggono.</i><br />
<i>Ci può stare. La storia vede però ben poco protagonisti i nostri amici puzzolenti e senza vita. La sopravvivenza è ormai limitata a poche pagine.</i><br />
<a href="http://media.booksblog.it/8/891/apocalisse-z-l-ira-dei-giusti-loureiro-280x420.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://media.booksblog.it/8/891/apocalisse-z-l-ira-dei-giusti-loureiro-280x420.jpg" width="212" /></a><i>Manel, Victor, e Lucia, finiscono addirittura in America, in un altra roccaforte della civiltà, guidata stavolta non da militari ma da un pazzo mistico che prevede il futuro grazie a dolori lancinanti al ginocchio (!!) e da gruppi di neo nazisti.</i><br />
<i>La parte migliore di questo romanzo conclusivo, a mio avviso, è sicuramente il punto in cui Manel, ormai infetto e inviso da il dittatore mistico e dalle sue truppe di "WhiteHead", viene lasciato solo nel deserto.</i><br />
<i>Devo dire però, che la serie di coincidenze fortunose che capitano al nostro protagonista principale, sono via via sempre meno credibili, e la cosa, alla lunga, mi ha un tantinello infastidito.</i><br />
<i>Però via, alla fine, chiudiamo un occhio e andiamo avanti.</i><br />
<i>E alla fine, dopo l'ultima pagina letta... si chiude questa epopea.</i><br />
<i>Ringraziamo la casa editrice che alla fine si è decisa a pubblicare anche in Italia anche quest'ultimo capitolo.</i><br />
<i>Ma che dire... ormai l'avrete capito da soli: <b>Apocalisse Z</b> è l'unico vero libro.</i><br />
<i>Un must per gli amanti del genere, non ci sono dubbi.</i><br />
<i>Dovete leggerlo!</i><br />
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<i><br /></i>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-66458210045755386912013-09-17T01:32:00.001-07:002013-09-17T01:33:08.707-07:00Non ci siamo proprio - Giudizi negativi su film e libri<i>Un po' di commenti negativi per un film abbastanza recente e un libro che ho letto un po' di tempo fa.</i><br />
<i>Ognuno ha la sua opinione, ci mancherebbe... probabilmente te che stai leggendo non sarai per niente d'accordo ma, il blog è mio e qui comando io! :)</i><br />
<i>Pronti? Via...</i><br />
<div style="text-align: center;">
<i><span style="color: #cc0000;">ps: attenzione, potrebbero esserci spoiler!</span></i></div>
<br />
<b><span style="font-size: large;">WARM BODIES</span> </b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><a href="http://www.cinemartmagazine.it/wp-content/uploads/2013/02/Warm-Bodies.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="http://www.cinemartmagazine.it/wp-content/uploads/2013/02/Warm-Bodies.jpg" width="320" /></a></b></div>
<br />
<i>Iniziamo con il film. Sarebbe anche un film di zombie, quindi a regola avrebbe dovuto piacermi.</i><br />
<i>Ne ho visti di film di zombie, anche di pessima qualità, ma anche nel peggiore dei casi, anche quando facevano ridere, più che spaventare (anche se a me, ormai i cari amici morti viventi non spaventano più), mi son sempre detto: "Vabbè, dai... erano zombi!"</i><br />
<i>Ma in questo caso... no, non ci siamo proprio.</i><br />
<i>Passi il fatto che fin dall'inizio vediamo zombi che muovono oggetti in maniera relativamente cosciente, che sviluppano un minimo di comunicazione e, nel caso del protagonista, addirittura pensano razionalmente!</i><br />
<i>D'altronde ognuno gli zombi li può immaginare come gli pare, non ci sono dati clinici esaminati e confermati... e non mi pare che i morti viventi esistano, quindi.... spazio alla fantasia.</i><br />
<i>La cosa assurda, inspiegabile, totalmente forzata, è un'altra, ossia che la protagonista femminile (bionda, occhi azzurri, tremendamente carina... ma guarda un po'!!) si innamori del suddetto zombie!</i><br />
<i>Prima si fa rapire, probabilmente ipnotizzata dal fascino cadaverico del decomposto, poi giorno dopo giorno, inizia addirittura a flirtarci, benchè, voglio precisarlo, lei fosse stata fino a pochissimo tempo prima, fidanzata.</i><br />
<i>E chi ha ucciso, mangiandone le cervella, il suo ex-ragazzo? Lo zombie, esatto... poi soprannominato "R".</i><br />
<i>No. Io non ci sto! E' un atto illecito!</i><br />
<i>Invidia? Probabilmente. Ma vi sfido a dirmi che la cosa è assolutamente plausibile.</i><br />
<i>Okay, forse neanche gli zombie lo sono... ma a mio parere sempre più che vedere una biondina innamorarsi di un cadavere cannibale.</i><br />
<i>"Chi dice che il romanticismo è morto?" si legge nella locandina.</i><br />
<i>IO! IO! E che cazzo. Gli zombie sono morte, distruzione, sopravvivenza, odore putrescente e miseria umana.... fanculo al romanticismo!</i><br />
<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">METRO 2033 </span><span style="font-size: x-small;">& </span><span style="font-size: large;">2034</span></b><br />
<i>Saltando di palo in frasca, passiamo adesso ad un libro (anzi due) che lessi un po' di tempo addietro.</i><br />
<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTDrXlkR62cnluT63d9EqaZ7Fsl2ZxPNp0LgUKg3m7gi6ztzR4st_3Wnf37" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><i><img border="0" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTDrXlkR62cnluT63d9EqaZ7Fsl2ZxPNp0LgUKg3m7gi6ztzR4st_3Wnf37" /></i></a><i>Si tratta di METRO 2033 e il suo seguito METRO 2034 di Dmitry Glukohovsky, edito in italia da Multiplayer Edizioni. Ero sinceramente curioso di leggere un libro post apocalittico scritto da un russo e ambientato nelle bellissime stazioni metropolitane di Mosca. L'idea non pareva affatto malvagia.</i><br />
<i>Tra l'altro dal romanzo hanno tratto un videogioco che, sicuramente, sarà molto meglio del suo omonimo letterario.</i><br />
<i>Perché? Beh l'idea di sopravvissuti ad un'apocalisse nucleare, rifugiatisi nei tunnel della metropolitana, assediati da creature mutanti e divisi in classi sociali, divisioni politiche e pazzi scatenati a me piaceva... però dal dire al fare...</i><br />
<i>La cartina della metropolitana di Mosca che c'è nel libro, è un guazzabuglio di nomi e settori, una specie di Risiko sotterraneo.</i><br />
<i>Purtroppo la storia procede lentamente, è ingolfata da lambiccamenti psicologici, ci si perde tra nomi impronunciabili di stazioni della metro russa (Sovetoskaya, Kremlinotoskaya, e altre dozzine e dozzine, sempre con suffisso "toskaya"), e il bello è che nel seguito la storia è ancora più incasinata.</i><br />
<i>Finito Metro 2033, ero deluso, ma sapendo che c'era il seguito, decisi di dare fiducia al buon Dmitry e foraggiare lui e la casa editrice comprandomi Metro 2034.</i><br />
<i>L'avessi mai fatto!</i><br />
<i>Il seguito, ambientato un anno dopo (il 2034 quindi), è più corto ma ancora più astruso, labirintico, con svarioni para psicologici dei protagonisti che in parte sono gli stessi del libro romanzo.</i><br />
<i>E' veramente un peccato perché l'idea a mio avviso era particolarmente buona.</i><br />
<i>Forse era il caso di puntare più sull'azione senza avere la pretesa di mischiarlo con qualcosa di simile a Tolstoj o Dostoevskij.</i><br />
<i><br /></i>
<i>Ma ovviamente queste sono solo le mie umili opinioni....</i><br />
<i>Beh, umili.... umili un cazzo!</i><br />
<i>Alla prossima!</i><br />
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<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-4276847442777217262013-08-29T01:16:00.001-07:002013-08-29T01:16:03.200-07:00La Forza del Male (di Stephen King) - Recensione<i>Ho iniziato a leggere i libri di Stephen King un po' in ritardo, forse aspettavo il momento giusto, la giusta maturazione psicologica e letteraria, la giusta smania per l'angoscia e l'orrore.</i><br />
<i>Poi ho iniziato e non ho più smesso.</i><br />
<a href="http://www.inmondadori.it/img/forza-male-Richard-Bachman-Stephen-King/ea978886061826/BL/BL/01/NZO/?tit=La+forza+del+male%3A+I+vendicatori%C2%ADDesperation&aut=Stephen+King" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><i><img border="0" height="320" src="http://www.inmondadori.it/img/forza-male-Richard-Bachman-Stephen-King/ea978886061826/BL/BL/01/NZO/?tit=La+forza+del+male%3A+I+vendicatori%C2%ADDesperation&aut=Stephen+King" width="206" /></i></a><i>A luglio, girellando in libreria in cerca di refrigerio, con l'idea di comprare qualcosa da leggere, ma senza avere idea di cosa, sono finito nella sezione "Horror" neanche poi tanto inaspettatamente.</i><br />
<i>Ho subito adocchiato il tomo de "La Forza del Male", che in realtà è uscito nel 2012, e contiene due romanzi del 1996... ma mi era sempre sfuggito dalle mani per un motivo o l'altro.</i><br />
<i>E' bello "ticcio" (come si usa dire a Livorno di una persona o cosa di notevole peso specifico! o ciccia...) e i libri del "Re" più sono lunghi e più mi piacciono.</i><br />
<i>Leggerei anche romanzi da 70 milioni di pagine...</i><br />
<i>Poco dopo uscivo dalla libreria con uno strano sorriso sul volto e una busta di carta ripiena di oscurità trasmutata in caratteri e inchiostro.</i><br />
<i>Sono sincero, dei due romanzi che compongono "La Forza del Male" (ovvero Desperation e I Vendicatori) non sapevo granché, né avevo letto recensioni.</i><br />
<i>Tuttavia dopo solo poche pagine di "I Vendicatori" (il primo dei due romanzi presenti in questa mini raccolta) mi sono ritrovato a divorare pagina dopo pagina.</i><br />
<i>I Motokop, giocattoli per bambini con l'istinto omicida, che diventano reali... cavolo, mi hanno fatto impazzire. Peggio dei miei sogni più allucinati!</i><br />
<i>Il bello dei due romanzi è che sono complementari l'uno all'altro.</i><br />
<i>Ci sono gli stessi protagonisti (ma come se vivessero in mondi paralleli, dove hanno vite leggermente differenti), la stessa vita di provincia, la stessa entità malefica che si diverte tremendamente nel tentativo di distruggerli. Tak!</i><br />
<i>Sì, si chiama così, e non meraviglierei se iniziassi a pronunciare il suo nome al termine di ogni frase, come i protagonisti succubi di questa entità malefica.</i><br />
<i>LA FORZA DEL MALE mi ha veramente appassionato, come non mi succedeva da i tempi in cui lessi L'Ombra dello Scorpione.</i><br />
<i>Il "Re" ha l'incredibile capacità di far diventare i propri personaggi, i tuoi migliori amici.</i><br />
<i>Ma sai già che difficilmente tutti quanti arriveranno alla fine del libro, e così, pagina dopo pagina, rimani con il fiato sospeso sperando che il malcapitato di turno riesca a sfangarla.</i><br />
<i>Bello, veramente coinvolgente e appassionante!</i><br />
<i>Consigliato, consigliatissimo!</i><br />
<i>Tak!</i><br />
<i><br /></i>
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<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-73384990922380612642013-08-20T08:18:00.001-07:002013-08-26T02:22:01.367-07:00Diario di un sopravvissuto agli zombie (di J.L.Bourne) - Recensione<i><span style="font-size: x-large;"><b>S</b></span>empre alla ricerca di nuovi libri che parlano di zombi e sopravvivenze post apocalittiche di qualunque genere, a fine 2012 sono incappato nel DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO AGLI ZOMBI di J.L. Bourne, edito da Multiplayer.it.</i><br />
<i>Il titolo orginale è Day by Day Armageddon, e credo che non sia poi molto meglio del titolo usato per l'edizione italiana.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-SnjxgH5tk8k/Uc6_dnCuU6I/AAAAAAAAQgQ/XHFmAu9ejzI/Diario%252520di%252520un%252520sopravvissuto%252520agli%252520Zombie_thumb%25255B4%25255D.png?imgmax=800" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><i><img border="0" height="282" src="http://3.bp.blogspot.com/-SnjxgH5tk8k/Uc6_dnCuU6I/AAAAAAAAQgQ/XHFmAu9ejzI/Diario%252520di%252520un%252520sopravvissuto%252520agli%252520Zombie_thumb%25255B4%25255D.png?imgmax=800" width="400" /></i></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><br /></i></td></tr>
</tbody></table>
<i>Non pensate male, la mia idea di creare questo blog, in cui narro le mie ipotetiche cronache da sopravvissuto erano nate molto prima, e diciamo che se dovessi trovare qualcuno a cui mi sono ispirato, non potrei che citare "Apocalisse Z" di Manuel Loreiro... ma di questo romanzo ne parleremo un'altra volta.</i><br />
<i>Il libro di J.L. Bourne è in realtà una trilogia, che comprende oltre al primo e omonimo libro, anche OLTRE L'ESILIO e LA CLESSIDRA INFRANTA.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>La storia non è niente di straordinario: c'è il protagonista, un militare, che si ritrova a dover lottare per la sopravvivenza, coinvolto suo malgrado nella bolgia mondiale scatenata dal virus zombie.</i><br />
<i>Incontra altri sopravvissuti, nasce un amore e bla bla bla....</i><br />
<i>Solite cose, ma d'altronde come pensate che potrebbe essere la vita di un sopravvissuto ai tempi dell'apocalisse zombi?</i><br />
<i>Dal secondo libro la storia prende una piega più complottistica, che spiega (o cerca di spiegare) le origini di questo virus che ha distrutto l'umanità.</i><br />
<i>Ovviamente non vi svelerò niente, ma posso dire che l'idea non sarebbe stata male... ma a parer mio è un po' buttata lì.</i><br />
<i>Sopratutto il finale di LA CLESSIDRA INFRANTA mi è parso un tantinello sbrigativo.</i><br />
<i>Le parti migliori dei tre romanzi sono state senza dubbio le pagine in cui il protagonista si ritrova solo, e racconta sul suo "diario" le varie peripezie che gli capitano.</i><br />
<i>La vera sopravvivenza sta tutta in quelle parti lì.</i><br />
<i>Di negativo c'è che spesso J.L. Bourne si dilunga sulle caratteristiche di armi o mezzi militari, che evidente conosce bene, dato che il suo vero lavoro è quello nell'esercito USA...</i><br />
<i>E una certa banalità in molti dialoghi, un po' troppo scontati e poco credibili.</i><br />
<i>In definitiva non posso certo dire che la trilogia mi abbia appassionato come poche altre... ma ho letto di peggio, questo è sicuro.</i><br />
<i>Io, che ormai ho deciso di diventare un esperto nel campo, non potevo esimermi dalla lettura, voi... </i><br />
<i>Beh, pensateci un po' sopra, e poi se vi piace il genere, leggeteli, che male non vi farà!</i>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-70319130680854339692013-07-16T06:54:00.000-07:002013-07-16T06:54:02.813-07:00The Walking Dead - L'Ascesa del Governatore<i>Da buon fan della serie THE WALKING DEAD, non potevo fare a meno di comprarmi il libro dedicato alle origini del cattivissimo Governatore, Philip Blake.</i><br />
<i>Mi hanno detto che nella serie a fumetti è ancora più stronzo... beh, io non lo inviterei a cena ugualmente.</i><br />
<a href="http://www.gamestop.it/productImages/153775/3max.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://www.gamestop.it/productImages/153775/3max.jpg" width="251" /></a><i>Cosa posso dire?</i><br />
<i>Il libro merita di essere letto. Un fan delle storie zombie come me non poteva esimersi dall'averlo.</i><br />
<i>La storia, per almeno metà del libro, non è assolutamente niente di straordinario, ma si lascia leggere.</i><br />
<i>Nel finale prende una piega diversa, che mi ha fatto divorare gli ultimi brevi capitoli, come fossero fresca carne umana tra le fauci di un morto vivente.</i><br />
<i>E alla fine, mi ha fatto venire in mente un fotogramma di una delle prime puntate della 3a stagione della serie TV, che mi ero completamente dimenticato.</i><br />
<i>Leggetelo e fatemi sapere cosa ne pensate!</i><br />
<i>Buona sopravvivenza.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-71319315221650468402013-06-20T02:36:00.003-07:002013-07-07T08:14:25.499-07:00Altrisogni 06Un graditissimo nuovo numero di <b>ALTRISOGNI</b> (che in passato ha pubblicato il mio racconto horror <b>SOGGETTO ZERO</b>) è arrivato!<br />
<br />
<a href="https://fbcdn-sphotos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/941935_621622217849629_2011360015_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://fbcdn-sphotos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/941935_621622217849629_2011360015_n.jpg" width="281" /></a>Altrisogni arriva al suo sesto numero e la prima rivista digitale
italiana di narrativa horror, sci-fi e weird è sempre più ricca di
contenuti. All’interno, <b>Samuel Marolla </b>viene intervistato dalla redazione, nella rubrica <b>Visioni </b>l'Associazione Culturale Steampunk Italia parla dell'universo <b>Steampunk</b>. L’approfondimento è dedicato alla <b>creazione e gestione dei personaggi nei racconti</b>, con consigli della Redazione ed esempi pratici. Completano i contenuti uno <b>speciale sul k.Lit</b>,
la manifestazione dedicata ai blog letterari, a cura di Fabrizio
Valenza, e il bando completo della nuova selezione editoriale di
Altrisogni/dbooks.it: <b>I racconti del Purgatory Lounge</b>.<br />
<div class="MsoBodyText" style="margin-bottom: .0001pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br />
La sezione narrativa propone sette racconti inediti dell’orrore, di
fantascienza e weird, tra cui quello “a invito” scritto a quattro mani
da <b>Dario Tonani </b>e <b>Claudia Graziani</b>. Gli altri autori pubblicati sono (in ordine alfabetico) <b>Alexia Bianchini, Lorenzo Crescentini, Simone Lega, Daniele Picciuti, Sara Simoni </b>e <b>Lia Tomasich</b>.</div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-bottom: .0001pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
IN PIU' da questo numero <b>Altrisogni </b>lancia un nuovo progetto con selezione editoriale, finalizzato a</div>
pubblicare una collana di singoli racconti lunghi autoconclusivi in formato ebook:<br />
<a href="http://www.altrisogni.it/Archivio/Purgatory/BandoSelezione_Purgatory.pdf" target="_blank"><b>------>PURGATORY LOUNGE </b></a><br />
(È possibile sottoporre le opere sino al 30 Settembre 2013)<br />
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Quindi, cosa aspettate? la rivista numero uno in italia per gli amanti di horror e tutto ciò che gira attorno allo sci-fi vi aspetta! </div>
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<b><a href="http://www.dbooks.it/libreria/scheda/148/23/periodici/altrisogni-06.html" target="_blank">------>ALTRISOGNI 06 </a></b></div>
Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-1140317466242192382013-02-11T08:10:00.003-08:002013-03-22T07:47:39.243-07:00Altrisogni: Intervista a Daniele Salvato<br />
<i>Altrisogni 5, la rivista per eccellenza per amanti di Horror, Sci-Fi e Wird, ospita il racconto Soggetto Zero, scritto da <a href="http://danieleslv.wix.com/fadedboy" target="_blank">Daniele Salvato</a>.</i><br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-VMQww6iX5_0/URkYGGdhgOI/AAAAAAAAAE0/ILOE_EhIL8c/s1600/05-04.Daniele+Salvato.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><i><span style="color: black;"><img border="0" height="150" src="http://2.bp.blogspot.com/-VMQww6iX5_0/URkYGGdhgOI/AAAAAAAAAE0/ILOE_EhIL8c/s200/05-04.Daniele+Salvato.jpg" width="200" /></span></i></a><i>Una storia che esplora uno degli argomenti più amati dagli adagli appassionati di horror.</i><br />
<i>Valentina Sanseverino ha rivolto a Daniele tre domande, per conoscerlo meglio e farci un'idea della sua scrittura e del suo "immaginario".</i><br />
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<i>Ecco il link del blog di Altrisogni:</i><br />
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<i>---> <a href="http://altrisogni.blogspot.it/2013/02/gli-autori-di-altrisogni-daniele.html" target="_blank"><span style="color: red;">Altrisogni - Il blog</span></a></i><br />
---> <i><a href="http://www.dbooks.it/libreria/scheda/124/6/narrativa/altrisogni-05.html" target="_blank"><span style="color: red;">Se vuoi leggere il racconto</span></a></i><br />
<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-51272734428783240252013-02-01T07:31:00.000-08:002013-03-22T07:51:22.184-07:00Emma K. Clarke - Petali di Sangue <br />
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<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Passeggiare fra le tombe di un cimitero, il 31 ottobre, non era divertente, ma solo rilassante, almeno per quanto mi riguardava.</i></span></span><br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-sijcD-6XcMA/UQveVJ67kkI/AAAAAAAAAEA/LTsYj0mgjJI/s1600/65153_483080278402186_996565438_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-sijcD-6XcMA/UQveVJ67kkI/AAAAAAAAAEA/LTsYj0mgjJI/s200/65153_483080278402186_996565438_n.jpg" width="200" /></span></a></div>
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Qualunque altra persona avrebbe evitato di passeggiare da sola fra migliaia di tombe durante la notte di Halloween, ma d’altro canto preferivo starmene lì, piuttosto che andare all’iniziazione di una ragazzina oca che non sapeva ancora cosa volesse dalla vita.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Le ragazzine oche erano tutte uguali, pensavano tutte allo stesso modo e si comportavano tutte alla stessa maniera. Non c’era bisogno di un’indovina per sapere che avrebbero fatto di tutto pur d’ottenere l’eternità. Una cosa che proprio non tolleravo era il vedere come buttavano la propria esistenza queste giovani donne.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Halloween aveva trasformato ogni piccola sciocchezza popolare in leggenda, motivo per cui speravo di essere l’unica a passeggiare in quel luogo sacro.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>L’hanno sempre chiamata “Notte di ognissanti”, ricorrenza in cui tutti gli spiriti tornano sulla terra per unirsi ai vivi, ma in verità è sempre stata usata come scusa per far festa, travestendosi da streghe, fantasmi, personaggi dello spettacolo, lupi mannari e ovviamente la categoria più quotata degli ultimi anni:i vampiri.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>A meno che non ne abbiate mai conosciuto uno di persona, difficilmente lo riconoscereste nel bel mezzo di una strada. Non è assolutamente vero che i vampiri bevono solo sangue come vogliono farci credere le più singolari leggende su Dracula. Non è neppure vero che bruciano al minimo contatto del Sole. Il sangue per loro resta l’attrazione più forte, questo è certo, ma lo è solo per via del profumo che per qualche mistero loro ritengono delizioso e ineguagliabile.[...]</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Inizia così "Petali di Sangue" il primo romanzo di Emma K. Clarke.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>In questo blog parlo di tutt'altra cosa, e questo romanzo è di un genere totalmente diverso... ma questo è un libro che consiglio vivamente.</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>Se volete saperne di più, ecco qualche link utile:</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>---> <a href="http://silviatessari.wix.com/emmakclarke"><span style="color: red;">Il sito di Emma K. Clarke</span></a></i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>---> <a href="http://issuu.com/emmakclarke/docs/petali_di_sangue__preview_"><span style="color: red;">I primi 5 capitoli gratuiti!!!</span></a></i></span></span><br />
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<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>La sinossi:</i></span></span><br />
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="line-height: 19.5px;"><i>L’armonia del mondo si conserva negli anni grazie al delicato equilibrio che si è generato tra immortali, umani, creature sovrannaturali e magiche. Questa pacifica convivenza giungerà al termine quando alcuni immortali verranno assassinati nella dimora del loro sovrano Henry Carter, vampiro dal XVII secolo. A indagare su quanto accaduto sarà Giosy Mc Grey, “Amministratrice nazionale degli affari pubblici tra umani e creature immortali magiche”, capo del Distretto di Polizia della città e ultima discendente della più antica stirpe di streghe della nazione. "Petali di sangue" è un romanzo incredibile, lo sfondo perfetto per una storia romantica quanto intrigante e misteriosa, che permetterà ai nostri giovani protagonisti di comprendere non solo il presente, ma anche il loro passato; un passato oscuro e crudele che separò le loro anime e i loro cuori per molti anni, aiutandoli ad accettare l’inevitabile destino.</i></span></span><br />
<div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px;">
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<br />Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-155495410476816798.post-10815736463731282032013-01-21T08:42:00.001-08:002013-03-22T09:25:54.359-07:00 Altrisogni n°5 - download gratuito dell'anteprima!<a href="http://www.ebookgratis.net/images_copertine/2013/altrisogni-rivista-5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La copertina del numero 5 della rivista Altrisogni" border="0" height="200" src="http://www.ebookgratis.net/images_copertine/2013/altrisogni-rivista-5.jpg" width="140" /></a>Vi piacciono i racconti <b>horror</b>, di <b>fantascienza</b>, <b>weird</b>?<br />
<b>Altrisogni</b>, la prima rivista italiana dedicata interamente a questi appassionanti generi, è on line!!<br />
Qui trovate il link di un anteprima gratuita del numero 5, in cui trovate anche il mio racconto "Soggetto Zero"!<br />
Cosa aspettate? Scaricatelo subito!<br />
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----> <a href="http://www.ebookgratis.net/ebook.asp?id=654#.UP1u6LQ2Xiw.blogger"><span style="color: red;">Rivista Gratuita: Altrisogni numero 5 - download</span></a> <-----<br />
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Ma non dimenticate di acquistare l'intera rivista che contiene ben<b> 8 racconti </b>ed una fantastica colonna sonora in mp3!<br />
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---> <span style="color: red;"><a href="http://www.dbooks.it/libreria/scheda/124/6/narrativa/altrisogni-05.html">Altrisoni n° 5 - Rivista Completa!!!</a> </span><---<br />
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<span style="color: #6fa8dc;"><br /></span>Fadedboyhttp://www.blogger.com/profile/08152905800670595517noreply@blogger.com0